Anfia: cresce in Italia l’imposizione fiscale derivante dall’automotive
Cresce il carico fiscale derivante dalla filiera automotive italiana: 71,6 miliardi di euro nel 2014, pari ad un incremento dell’1,7% rispetto all’anno precedente. Sono i dati pubblicati da ANFIA, l’Associazione Nazionale Filiera Industrie Automobilistiche, che in una nota sottolinea come nel 2014, a fronte di un leggero calo (pari al -0,3%) del totale delle entrate tributarie nazionali rispetto al 2013, la quota percentuale del gettito proveniente dal settore automotive sul gettito complessivo – calcolato secondo il criterio di cassa – è cresciuto ulteriormente, dal 16,5% al 16,8%.
Si tratta dell’incidenza più alta sul PIL rispetto ai 4 principali mercati europei, Francia, Germania, Regno Unito e Spagna: 4,5% contro una media del 3,4%.
“Facendo un confronto con il 2009, anno in cui il gettito fiscale complessivo proveniente dal settore automotive ha toccato il punto di minima dall’inizio della crisi (66,32 miliardi di Euro, pari al 16% delle entrate tributarie nazionali), complice la crisi del mercato auto, è significativo rilevare che la tassazione derivante dall’utilizzo dell’autoveicolo ha continuato a crescere, portandosi da 51,18 miliardi di Euro a 58,67 nel 2014 (+14,6%)”, spiega Roberto Vavassori, presidente di ANFIA.
Stesso discorso anche per il gettito derivante dal possesso dell’autoveicolo (e cioè il bollo auto), cresciuto nello stesso periodo del 7,7% (da 5,67 miliardi a 6,10 miliardi). Un quadro che si è configurato nonostante il calo degli introiti derivanti dall’acquisto degli autoveicoli (IVA e IPT), scesi tra il 2009 e il 2014 da 9,48 miliardi a 6,83 miliardi (-27,9%), e nonostante il mercato auto abbia registrato una flessione del 37%.
Per quel che riguarda l’incidenza fiscale sulla spesa per il carburante, nel 2014, pur essendo diminuiti i prezzi medi, si è registrara una crescita di accise e IVA che grava sul prezzo finale: per la benzina si è passati dal 59,2% del 2013 al 60,7%, per il gasolio dal 54,8% al 56,5%, per il GPL dal 35,8% al 37,2%, per il metano dal 18% al 18,5%. In caso di un mancato raggiungimento degli obiettivi di riduzione della spesa pubblica, a gennaio 2016 potrebbero verificarsi nuovi incrementi delle accise e dell’IVA.
“Alla perdita di capacità di spesa da parte degli italiani – evidenzia ancora il presidente ANFIA- si è reagito, in questi anni, con l’inasprimento delle imposizioni fiscali sull’auto. Dal 2014, si intravedono i primi segnali di ripresa del mercato e il gettito ha continuato a crescere”.
“Se questo trend prosegue, gli introiti provenienti dal settore continueranno a lievitare in concomitanza con la ripartenza della domanda di auto, quando, invece, occorrerebbe riequilibrare alcune voci di spesa, ad esempio le accise sui carburanti e, più in generale, la tassazione sull’utilizzo dei veicoli, coerentemente con il criterio chi più inquina paga“, conclude Vavassori.