Sensori angolo cieco: Fai scrive al Comune di Milano e chiede precisazioni sui dispositivi
Fai sostiene che il Consiglio di Stato avrebbe lasciato irrisolti alcuni problemi di natura pratica già individuati dall’associazione
Fai Federazione autotrasportatori italiani ha scritto al Comune di Milano per chiedere precisazioni sull’obbligo di installazione dei sensori per l’angolo cieco sui camion.
Recentemente, il Comune di Milano ha vinto il ricorso al Consiglio di Stato sulla legittimità della delibera che obbliga l’installazione sui mezzi pesanti dei dispositivi per la rilevazione degli angoli ciechi.
Di conseguenza, i mezzi pesanti – al momento, quelli di massa complessiva oltre 12 ton – per circolare nella ZTL Area B di Milano devono aver installato tale dispositivo o avere a bordo del veicolo copia del contratto di acquisto, nonché aver effettuato apposita registrazione al portale Area B.
In merito a tale provvedimento la FAI di Milano, tramite il proprio Ufficio legale di riferimento, aveva già inviato una diffida al Comune di Milano all’epoca dell’approvazione della delibera – luglio 2023.
Ora la FAI è nuovamente intervenuta, inviando al sindaco Sala una nuova lettera in cui si chiedono chiarimenti.
Sensori angolo cieco: quali modelli installare?
Fai sostiene che il Consiglio di Stato avrebbe lasciato irrisolti alcuni problemi di natura pratica già individuati dall’associazione. Ad esempio l’associazione chiede quali modelli dei dispositivi per la segnalazione dell’angolo cieco devono essere installati sui mezzi pesanti, ed eventualmente se saranno messi in campo contributi per gli autotrasportatori.
Il fatto che non vengano definiti specifici modelli, spiega Fai, rischia di creare confusione visto che il mercato presenta un’ampia offerta di sensori angolo cieco con una variazione dei costi considerevole.
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Inoltre, ulteriori difficoltà si potrebbero creare in relazione all’omologazione e revisioni successive, anche per la copertura assicurativa.
Risposte efficaci sull’obbligo sensori angolo cieco
Tutto ciò rischia di creare gravi problemi organizzativi soprattutto alle aziende dotate di flotte di grandi dimensioni.
Fai avanza infine l’ipotesi che dietro tale provvedimento possa esserci la volontà di allontanare i mezzi pesanti dalla rete urbana dei trasporti.
Ma, ricorda l’associazione, è grazie agli autotrasportatori che “vengono soddisfatti i più svariati bisogni della collettività, sia in condizioni di normalità sia in condizioni straordinarie, come durante il Covid“.
Fai invita dunque il Comune di Milano a fornire risposte efficaci e concrete in merito alle questioni sollevate.