Anita e Conftrasporto contro il pagamento del contributo Sistri
“L’ultimo rinvio normativo in materia di Sistri, realizza una incongruenza legislativa, l’ennesimo pasticcio all’italiana che penalizza fortemente i vettori specializzati nel trasporto di rifiuti pericolosi”. Questo è quanto si legge in un comunicato sottoscritto dalle associazioni Anita e Fai Conftrasporto, che protestano contro le sanzioni che scatteranno dal 1° febbraio 2015 nei confronti di chi non avrà assolto agli adempimenti verso il Sistri.
“Fino ad oggi le proroghe per l’applicazione del Sistri sono state concesse in maniera unificata e sempre con la stessa motivazione: far scattare le sanzioni solo quando il sistema di tracciabilità fosse divenuto efficiente e funzionale – si legge nel comunicato congiunto -. Nel decreto legge cosiddetto ‘Milleproroghe’ invece, nel concedere il rinvio delle sanzioni per il mancato rispetto del Sistri, sono state separate le sanzioni per la mancata applicazione delle procedure di utilizzo del Sistri, prorogate al 1° gennaio 2016, dalle sanzioni per la mancata iscrizione o il mancato pagamento del contributo annuale al sistema di tracciabilità, rinviato di un solo mese, obbligando le imprese che operano nel settore del trasporto dei rifiuti pericolosi – categoria che in tale filiera è quella che ha sostenuto i maggiori oneri – a pagare entro il 1° febbraio 2015, il contributo Sistri per evitare pesanti sanzioni amministrative”.
Per Thomas Baumgartner, presidente di Anita e Paolo Uggè, presidente di Fai-Conftrasporto, si tratta di una decisione “inaccettabile”: per questa ragione entrambi hanno scritto ai ministri Galletti e Lupi chiedendo di intervenire nella fase di approvazione e conversione del decreto legge 192/2014 per riallineare la decorrenza di entrambe le sanzioni alla data del 1° gennaio 2016, data entro la quale il sistema “dovrebbe essere semplificato, reso funzionante e funzionale, ma anche efficiente e poco costoso per tutti gli operatori della filiera”.