Anita: “i fondi Ue? Sbilanciati a favore della ferrovia”
Su tutte, una richiesta: maggiore attenzione, nei contributi europei, alle esigenze del trasporto su strada. Che soffre di uno svantaggio tutto a favore della ferrovia. E’ la posizione espressa da Anita per bocca del presidente Eleuterio Arcese. Che accusa: l’attenzione data alle ferrovie non ha prodotto i risultati sperati.
Infrastrutture, intermodalità, efficienza del trasporto stradale, snellimento e uniformità delle normative: questi i contenuti principali segnalati da Anita, l’associazione delle imprese di trasporto aderente a Confindustria, alla consultazione sul Libro bianco dei trasporti 2010-2020 in Commissione europea.
Per le infrastrutture, secondo il presidente Arcese, non è ammissibile privilegiare le linee ferroviarie alle infrastrutture stradali, ma occorre un bilanciamento dei finanziamenti tra strada e rotaia (40%-60%). “Sull’intermodalità”, fa notare, “l’attenzione data alle ferrovie non ha dato i risultati sperati. I gestori delle infrastrutture ferroviarie non investono nel trasporto merci perché è meno remunerativo rispetto al trasporto viaggiatori”.
“Inoltre”, prosegue Arcese, “andrebbero riviste le misure a sostegno del trasporto combinato: i beneficiari dovrebbero essere le imprese di autotrasporto e non gli intermediari”. Per rendere efficiente il trasporto stradale, l’Associazione suggerisce due soluzioni: rivedere i pesi e le dimensioni dei veicoli con agevolazioni nella sperimentazione degli ecocombi a livello nazionale, e aumentare a 44 t il peso massimo ammesso nei trasporti internazionali.
Sul fronte normativo, per ANITA senza aggiungere altre norme, basta uniformare le regole esistenti in tutti i Paesi europei, conditio per la liberalizzazione del trasporto e l’allargamento ad altri Paesi.