Assogasliquidi-Federchimica: GPL e GNL per fronteggiare la crisi energetica in modo sostenibile
A BolognaFiere, fino al 14 ottobre, è presente Assogasliquidi-Federchimica con due convegni organizzati all’interno delle manifestazioni Fuels Mobility e Conferenza GNL.
Il focus degli eventi riguarda gli sviluppi bio e rinnovabili per il GPL e la leadership europea per il GNL.
Lo sviluppo del GPL è al centro della mobilità presente e futura: l’industria italiana si è posta l’obiettivo al 2030 di mettere a disposizione dei consumatori una miscela composta da almeno il 40% di prodotti bio e rinnovabili (bioGPL e rDME-dimetiletere rinnovabile) da miscelare al prodotto tradizionale. Il piano di sviluppo bio prevede, in 8 anni, investimenti di 1,5 mld di euro per la produzione di 700mila ton, con un risparmio per anno di circa 2,1 mln di ton di CO2. Allo stesso modo il piano per il rDME prevede 2,4 mld di investimenti per 750mila ton di produzione e 1,6 mln di ton di CO2 risparmiate ogni anno.
La miscela ottenuta permette di ridurre l’impronta di carbonio durante l’intero ciclo di vita del prodotto utilizzato nei settori residenziale, commerciale, industriale, agricolo e automobilistico oltre a recuperare rifiuti e incrementare la sicurezza di approvvigionamento tramite produzioni nazionali, senza peraltro richiedere la conversione delle infrastrutture di distribuzione e dei mezzi circolanti.
Per favorire la decarbonizzazione, ha spiegato Marco Roggerone presidente Gruppo merceologico GPL autotrazione di Assogasliquidi-Federchimica intervenuto all’evento “GPL, il carburante alternativo del presente e del futuro: gli sviluppi bio e rinnovabili”, è indispensabile rivalutare i criteri per la determinazione degli impatti dei prodotti energetici in una scala più ampia Well to Wheel o Life Cycle Assesment, al fine di superare le attuali limitazioni poste al 2035 al motore a combustione interna. Necessario rivedere anche la fiscalità, con l’azzeramento dell’aliquota di accisa per i prodotti bio e rinnovabili del GPL.
GNL: Italia leader in Europa
I numeri del GNL dicono che con 132 punti di distribuzione, 42 utenze offgrid e 68 reti isolate l’Italia è la leader in Europa. Ma a una crescita dell’infrastruttura di distribuzione pari a 9% nell’ultimo anno, non è corrisposta una crescita dei consumi, che invece sono calati (-21%) a causa dell’andamento delle quotazioni internazionali. E le previsioni sono ancora più negative al 2025 (-40%) e in particolar modo (-44%) sul trasporto pesante stradale.
Giacomo Fabbri, presidente Gruppo merceologico GNL di Assogasliquidi-Federchimica, ha spiegato che nel trasporto pesante il GNL è “l’unica vera alternativa pronta e sostenibile ai carburanti tradizionali e se si vuole ridurre l’impatto ambientale di tutto il settore, occorre innanzitutto rendere operativa e strutturale la misura introdotta per il 2022 del credito d’imposta a favore delle aziende del trasporto merci a GNL ed equipararlo a quello già riconosciuto al gasolio pari al 28%”.
Ma, ha aggiunto, per favorire il processo di decarbonizzazione, è necessario confermare l’esenzione dal regime di accisa per i quantitativi di GNL nel trasporto marittimo, rivedere fino all’azzeramento le aliquote di accisa per i prodotti bio e rinnovabili ed estendere gli incentivi anche per i volumi di bioGNL destinati alla navigazione internazionale, oltre che nelle acque interne, massimizzando la penetrazione delle rinnovabili nel settore marittimo.