Autisti come schiavi e sottoposti a ricatti. Conftrasporto: “Controlli e costi minimi per l’autotrasporto”
Camionisti costretti a pagare il loro datore di lavoro (fino a 300 euro al mese) per poter dormire in cabina, sottoposti a ritmi massacranti: fino a 20 ore di lavoro consecutive, niente ferie, a fronte di un’attività delicata e pesante come il trasporto merci. Il vicepresidente di Conftrasporto-Confcommercio, Paolo Uggè, definisce “impressionante e gravissimo” ciò che è emerso a Lodi dall’inchiesta a carico di un’impresa di autotrasporto.
“La Procura di Lodi ha squarciato il velo sulla concorrenza sleale in atto nel nostro Paese da molto, troppo tempo, e contro la quale poco o nulla si sta facendo – aggiunge Uggè –. Da anni Conftrasporto chiede controlli severi: ci sono tante di quelle imprese che praticano il dumping sociale che ormai si potrebbe parlare di un segreto di Pulcinella. Attraverso lo sfruttamento degli autisti e l’allungamento dei tempi di pagamento, queste realtà, che impiegano perlopiù lavoratori stranieri sottopagati, alterano il mercato penalizzando le aziende che, invece, operano nel rispetto della legge”.
I dipendenti – hanno spiegato gli investigatori – venivano costretti ad accettare queste condizioni di lavoro dietro continue minacce di licenziamento, sottoscrivendo contratti a tempo determinato della durata di pochi mesi (a volte anche di un solo mese), non rinnovati a quanti cercavano di ribellarsi. A insospettire inizialmente gli inquirenti è stato il numero di incidenti maggiore rispetto alla media nazionale in cui sono rimasti coinvolti i mezzi dell’azienda sottoposta poi ad indagine da parte della Guardia di Finanza.
“Chissà se, dopo quanto emerso dagli atti della Procura di Lodi, il ministero dei Trasporti si deciderà finalmente a emanare i costi minimi di riferimento per le attività di autotrasporto – conclude il vicepresidente di Conftrasporto – i controlli e le inchieste sono importanti, ma la prevenzione è indispensabile”.