Auto: apertura 2011 negativa per il mercato europeo
Il 2011 si apre con il segno negativo per il mercato europeo dell’auto. Secondo i dati diffusi da Acea, nel complesso dei Paesi dell’Unione Europea allargata e dell’EFTA1, le immatricolazioni totalizzate a gennaio ammontano a 1.072.548 unità, con una contrazione dell’1,1% rispetto a gennaio 2010, che aveva totalizzato 1.084.771 unità immatricolate.
Tra i cinque maggiori mercati, Spagna, Italia e Regno Unito chiudono il mese con una flessione a due cifre, mentre la chiusura è di segno positivo per Francia e Germania. Ancora una pesante contrazione per il mercato italiano, che chiude il mese di gennaio con 164.356 immatricolazioni, in calo del 20,7% sullo stesso mese del 2010, che aveva ancora beneficiato della coda degli eco-incentivi 2009.
La raccolta ordini del mese è in rialzo del 25,3% su gennaio 2010 che, tuttavia, aveva registrato livelli molto bassi, dopo il boom di ordini degli ultimi mesi del 2009, per approfittare degli incentivi ormai in esaurimento.
Per le marche italiane i volumi immatricolati a gennaio in Europa si attestano a 80.018 unità (-20,1%).
“Il segno negativo di questo mese ci fa capire che c’è ancora strada da percorrere prima di poter parlare di una piena ripresa – ha commentato Eugenio Razelli, Presidente di Anfia (Associazione Nazionale Filiera Automobilistica) -. Tre dei cinque maggiori mercati accusano ancora una flessione dei volumi, da cui si sottraggono la Francia, sostenuta dal piano incentivi fino alla fine dell’anno da poco concluso, e la Germania, dove la ripresa economica è stata più decisa. In assenza di misure di sostegno alla domanda o di altri fattori che diano impulso al mercato, sappiamo che, quest’anno, l’andamento delle vendite in Europa seguirà i ritmi del riassestamento economico e, secondo le attuali previsioni, segnerà una contrazione dei volumi attorno al 2% rispetto al 2010. Confidiamo, pertanto, in un graduale avanzamento dell’economia europea nei prossimi mesi, a cui farà seguito un naturale miglioramento del clima di fiducia dei consumatori, che torneranno a guardare con interesse al mercato dei beni durevoli”.