AutopromotecEDU 2015: al centro del dibattito la relazione auto-web
La seconda giornata di AutopromotecEDU 2015, l’arena di approfondimento sull’aftermarket automobilistico, si è aperta con il convegno IAAM (International Automotive Aftermarket Meeting 2015). “Connected vehicle – connected business: opportunities and challenges for the Aftermarket”, è stato il tema dell’incontro di quest’anno.
Il convegno IAAM15 ha offerto alle aziende e ai professionisti del settore analisi approfondite e prospettive strategiche sugli aspetti tecnologici più innovativi dell’industria automobilistica, con particolare attenzione al tema delle tecnologie dell’informazione e comunicazione applicate ai veicoli, alle normative a riguardo e alle numerose sfide che queste comportano per i vari operatori del settore.
Il convegno incentrato sulla lieve ripresa del mercato in atto dal 2013 e sull’importanza della telematica per una mobilità sempre più intelligente e sostenibile, ha visto la partecipazione di molti esperti e operatori del settore. Luca Montagner, Associate Director di ICDP Italia (International Car Distribution Programme), ha offerto un aggiornamento su volumi, operatori e quote di mercato dell’aftermarket europeo, offrendo anche un’interessante prospettiva al 2020. In termini di volumi e di valore, ad eccezione del Regno Unito, l’indagine di ICDP ha registrato una diminuzione in Europa, dal 2009 al 2012, della richiesta di operazioni legate alla riparazione e manutenzione auto, con il mercato indipendente che controlla la maggior parte di queste operazioni (eccezion fatta per la Germania). Per quanto riguarda le reti legate ai Costruttori Auto, l’Europa a 5 (Germania, Italia, Francia, Spagna e UK) conta 49.000 operatori nel 2014 e in molti di questi mercati (un’eccezione è l’Italia) é il post vendita che dà il maggior contributo alla profittabilità del dealer. Sul fronte degli indipendenti, più del 50% fa parte di Reti; degno di nota il dato globale su tutti i 5 mercati, legato al miglioramento del mercato indipendente su quello ufficiale.
Cosa si preannuncia per il 2020? La domanda di servizi legati alla riparazione e manutenzione dovrebbe decrescere in termini di volumi in media dell’8% rispetto al 2012, meno in termini di valore. Per il circolante, le previsioni sono di un aumento dell’anzianità, a causa essenzialmente della diminuzione nella vendita di auto nuove. Le officine delle reti Costruttori sono destinate, nelle previsioni, a ridursi ulteriormente di numero, così come il numero di indipendenti, che dovrebbero però incrementare la propria quota di mercato, malgrado il loro business complessivo sia previsto anch’esso in riduzione.
In ultimo, investigato da Montagner il comportamento online dei clienti europei. Qui si ipotizza un importante aumento di consultazione di siti internet in vista di una prenotazione di un intervento service; un aumento della vendita di pneumatici online (attualmente il 20% degli automobilisti acquista tramite web); un aumento della vendita online di parti di ricambio (circa il 30% compra via Internet), che potrebbe avere un effetto dirompente, impattando pesantemente soprattutto sul mercato indipendente.
Alberto Bernini, Regional Director South Europe Automotive Aftermarket Bosch, ha offerto un interessante sguardo sul concetto di Internet of things, l’Internet delle cose, il mondo in cui terminali e oggetti connessi a Internet sono programmati per funzionare autonomamente ed essere sempre più efficienti. Uno dei maggiori settori in cui il mondo sempre più digitale sta impattando è proprio quello dell’automobile, che vede la mobilità di un futuro prossimo caratterizzata da tre prerogative: autoelettrica, auto a guida autonoma e auto connessa. Si calcola che attualmente i dispositivi connessi in rete siano circa 7 miliardi nel mondo (all’incirca uno ciascuno, considerando che la popolazione mondiale è di 7.3 miliardi di persone). Tale quota, nel giro dei prossimi 5/7 anni dovrebbe quanto meno raddoppiare e raggiungere 14 miliardi di unità in rete. Bosch offre il suo contributo con la produzione di sensori elettromeccanici che permettono la connessione tra le cose, il cui fatturato è già di ben 1,3 miliardi di euro. Tali sensori servono proprio per trarre dati dalle cose connesse: per esempio, un sensore di un parcheggio indica preventivamente alle auto collegate dove posteggiare o aiuta il possessore di un’auto elettrica a trovare la colonnina di ricarica libera. Il veicolo del futuro non sarà solosempre più connesso, ma anche elettrificato e automatizzato e in tal senso l’obiettivo di Bosch è dimezzare il costo delle batterie (proprio com’è avvenuto anni fa per l’alimentazione Diesel, rendendola accessibile a tutti). Attraverso la connessione, infine, osservando il comportamento di guida del conducente, si potranno creare per il cliente soluzioni meglio profilate per quanto riguarda per esempio il noleggio o l’assicurazione, a patto di salvaguardare il flusso delle informazioni e il rispetto della privacy.