Autotrasporto: allarme approvvigionamento in Gran Bretagna, mancano 100mila camionisti
Nel Regno Unito mancano almeno 100mila camionisti, indispensabili per il trasporto delle merci. Le ragioni, in gran parte, sono legate alle conseguenze di Brexit e Covid.
Ma tale tendenza, che ha in realtà radici ben più profonde, riguarda l’intero settore dell’autotrasporto internazionale e continua a destare grande preoccupazione. Si prevede che la carenza di autisti di camion aumenterà di oltre un quarto nel 2021.
In Gran Bretagna, recentemente, è stato segnalato addirittura allarme approvvigionamento: sempre più scaffali nei negozi alimentari sono vuoti, la catena Mc Donalds ha dovuto rinunciare a vendere milkshakes e bibite in bottiglia.
Co-operative Group, uno dei maggiori gruppi di vendita al dettaglio del Regno Unito si sta muovendo per risolvere il problema addestrando parte del suo personale a guidare i camion.
“Rischiamo di cancellare nuovamente il Natale”, ha dichiarato al Guardian il direttore della catena di supermercati Iceland, Richard Walker, esortando poi il governo a intervenire sulle regole della Brexit per permettere di assumere camionisti all’estero. Nei suoi negozi ormai si cancellano 30-40 consegne al giorno, comprese quelle di prodotti freschi come il pane. E le consegne di bibite sono calate del 50%.
Situazione Italia: l’appello dell’Anita
La ripresa economica, che sta seguendo la grave crisi pandemica, rischia di incepparsi perché le imprese del settore non riescono a trovare autisti per le proprie flotte. Nell’immediato ne servirebbero almeno 5mila, una cifra che sale a quota 17mila se proiettata nel prossimo biennio.
Il problema è stato segnalato nuovamente nelle ultime settimane dall’associazione di settore Anita che ha chiesto “il rafforzamento delle politiche attive del lavoro e l’avvio di una efficace azione per qualificare persone, anche disoccupate o coinvolte in situazioni di crisi aziendali che potrebbero essere collocate nel settore”.
Secondo l’Anita, va poi rivista completamente la formazione scolastica per allargare il bacino di potenziali interessati a intraprendere la professione di conducente professionale: “I veicoli di ultima generazione richiedono conoscenze di tecnologie più alla portata delle nuove generazioni e garantiscono maggiore sicurezza e sostenibilità ambientale. In questo modo si supererebbe anche la questione dei costi legati all’ottenimento della CQC e della patente professionale che sono oggi certamente un ulteriore elemento deterrente per i giovani”
Giovannini: “Servono contratti a tempo indeterminato”
Il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini, nel corso di un’intervista su Radio 24, ha spiegato che sono necessarie politiche attive del lavoro e un impegno degli operatori privati, “ma anche il settore produttivo deve far capire quali esigenze sono temporanee e quali permanenti”.
“La ripartenza economica è molto robusta- ha proseguito Giovannini- quindi ci possono essere delle carenze di offerta di lavoro; pensiamo al settore delle costruzioni con l’investimento straordinario che si farà con il Pnrr , c’è un rischio di non trovare sufficienti operari per le costruzioni, ma quello che è importante da parte delle imprese è far capire che certe esigenze non sono soltanto temporanee, ma dei cambiamenti strutturali che possono essere fronteggiati con contratti a tempo indeterminato e con remunerazioni adeguate”, ha concluso il ministro Giovannini.
Azienda logistica veneziana cerca autisti tra afghani giunti in Italia
Tra i fattori che incidono sugli scarsi nuovi ingressi nel settore pesa anche la percezione del ruolo professionale con condizioni di lavoro percepite come difficili, mentre risulta ancora non vinta la sfida di attrarre giovani e donne.
Un’azienda logistica veneziana si è rivolta alla Farnesina: “Sto cercando di interloquire con il Ministero degli Esteri per vedere se fra gli afghani giunti in Italia negli ultimi giorni, ci siano persone capaci di guidare i camion, ho una decina di posizioni urgenti da coprire e non ci sono candidati”, ha detto oggi Damaso Zanardo, presidente dell’omonimo gruppo veneziano della logistica.
“Purtroppo in Italia – ha aggiunto Zanardo – c’è una cultura di demonizzazione degli autotrasportatori, indicati come responsabili degli incidenti più gravi, a causa della quale le persone che si avvicinano ad un mestiere invece indispensabile e sempre meglio pagato sono insufficienti rispetto a quelle che ci servono”.