Autotrasporto, cabotaggio abusivo: Fiap, confiscare veicolo e merce
“Che il problema del cabotaggio praticato dai vettori esteri stia creando non pochi problemi alle aziende italiane non è certamente una novità, così come non è una novità che tante aziende italiane abbiano pensato di aggirare le norme andando ad insediarsi in Paesi compiacenti salvo poi tornare in patria a fare bellamente i loro comodi”. L’allarme arriva da Fiap, Federazione Italiana Autotrasportatori Professionali, attraverso una nota di Silvio Faggi segretario generale. “Pensare di intervenire in maniera efficace su questi fenomeni con qualche possibilità di successo attraverso regolamenti e decreti – aggiunge Faggi – rischia solo di essere un palliativo pericoloso e fortemente negativo per quelle imprese italiane strutturate (non molte purtroppo) che hanno scelto di non decentrare, che pagano regolarmente i propri dipendenti e che continuano, nonostante tutto, a fare trasporti internazionali e cabotaggio “regolare” in altri Paesi della UE. Proporre, come è stato fatto anche recentemente dalla presidente di Cna Fita, l’attivazione della clausola di salvaguardia prevista dal regolamento UE sul cabotaggio, con una certa leggerezza, rischia di trasformarsi in un boomerang proprio per quelle imprese che, anche grazie alla possibilità di effettuare del cabotaggio regolare, continuano a vivere. La Fiap una proposta l’ha avanzata già da tempo, una piccola modifica all’art. 46 bis della legge 298/74. In estrema sintesi proponiamo che, qualora dalla attività di controllo delle forze dell’ordine preposte (controlli che sono sicuramente da potenziare) si dovesse accertare che il vettore estero sta effettuando un trasporto di cabotaggio irregolare, la pattuglia dovrà provvedere a confiscare sia il veicolo che la merce. L’effetto deterrenza sarebbe garantito soprattutto nei confronti dei tanti, troppi furbacchioni di italiani (magari con qualche fallimento già collezionato in patria) che hanno delocalizzato la propria attività solo a fini elusivi. Se, come appare evidente, qualunque proposta per trovare pratica attuazione deve passare attraverso un sistematico controllo di coloro che circolano sulla strada, a noi pare molto più semplice, efficace e meglio gestibile la nostra proposta perché va a colpire sia il vettore che materialmente svolge attività abusiva, sia il committente italiano che gli ha incautamente affidato la merce. E a proposito dei committenti, si può infine ipotizzare che, a fronte del rischio di subire la confisca della merce, saranno indotti a chiedere al vettore comunitario che si propone low-cost, tante e tali coperture assicurative che già queste, faranno selezione sul mercato e, probabilmente, non solo fra gli abusivi”.