Autotrasporto: Cna-Fita, prezzo gasolio insostenibile, intervenga il governo
Reintroduzione dell’accisa mobile, sterilizzazione dell’Iva sulle accise, rimborso trimestrale e annuale delle accise per autotrasporto e intensificazione dei controlli sulle catene distributive. Sono questi i cinque punti della rivendicazione della Cna-Fita, che considera “Non più rinviabile l’intervento del Governo per calmierare i prezzi alla pompa con il gasolio che vola a quota 2,00 euro al litro”.
In effetti il prezzo del gasolio alla pompa ha già superato la soglia psicologica di 1,80 euro al litro e vola verso i due euro. Le ultime notizie relative alla determinazioni di politica estera degli Stati Uniti nei confronti dell’Iran non lasciano certo ben sperare. Per questo, secondo la Fita “il Governo deve immediatamente intervenire per disinnescare l’aumento indiscriminato dei prezzi alla pompa che va avanti da mesi. Oltre alla volatilità dei prezzi del barile le concause di quest’emergenza, che sta letteralmente uccidendo le imprese di autotrasporto italiane, sono l’aumento della tassazione sui carburanti che a partire dallo scorso aprile 2011 ha visto aumentare le accise e l’iva sia a livello nazionale quanto regionale”.
Secondo la nota della Cna-Fita le compagnie di conseguenza, riducendosi i consumi, hanno a loro volta aumentato i prezzi approfittando di una situazione di assoluto controllo della distribuzione. In questo momento in attesa che passi la liberalizzazione della distribuzione carburanti contenuta nel decreto “Salva Italia” e che se ne valuti successivamente la reale incidenza e valenza, la Cna-Fita invita il Governo ad attivarsi tempestivamente su cinque punti Il primo è la reintroduzione dell’accisa mobile. “Non costerebbe nulla al bilancio dello Stato – spiega la Fita – perché potrebbe essere utilizzato l’extragettito incassato in questi tre mesi: si potrebbe così frenare i rialzi e dare almeno un segnale. L’accisa mobile consiste infatti proprio in una riduzione delle accise (nel 2008 era trimestrale) compensata dalle maggiori entrate dell’Iva che lo Stato incassa ad ogni aumento dei carburanti.
Al secondo punto la Sterilizzazione dell’Iva sulle accise. “Sarebbe opportuno – insiste l’organizzazione – ridurre le accise al minimo livello consentito dalle direttive comunitarie e comunque in questa situazione di estrema emergenza è necessario assoggettare all’Iva il solo prezzo industriale dei carburanti: solo in questo modo si porrebbe fine all’iniqua ed imbarazzante sistema delle tasse sulle tasse rispettando alla lettera il principio ispiratore dell’azione del governo Monti: l’equità”.
Altro punto il rimborso trimestrale e annuale delle accise per autotrasporto: “chiediamo al governo – spiega la Fita – che ci ha già consentito il rimborso trimestrale delle accise, di mantenere anche la possibilità di richiederlo ogni anno”. La Cna-Fita a tal proposito ha presentato un suo emendamento che a causa della fiducia non è passato. “La doppia possibilità – si legge ancora nella nota – peraltro tecnicamente di facile applicazione, permetterebbe alle piccole aziende di richiedere il rimborso senza dover per questo affrontare onerose spese di gestione della pratica trimestrale. In questo tipo di norme è necessario poter contemplare le diverse esigenze delle imprese strutturate e no”.
Infine la Cna-Fita chiede un intensificazione dei controlli sulle catene distributive e invita il governo a mettere in campo ogni possibile strumento di controllo per “sventare i comportamenti tipici dei cartelli economici che attraverso i prezzi imposti impoveriscono la nostra economia: a tal fine richiediamo che si intensifichino i controlli della Guardia di Finanza e che l’Antitrust possa verificare se e come esistano cartelli economici nella gestione del prezzo dei carburanti alla pompa”.
Paolo Castiglia