Autotrasporto: fermo nazionale dal 23 al 27 gennaio
Fai, Fiap, Unitai (riunite in Conftrasporto), Confartigianato Trasporti e Sna Casa hanno proclamato il fermo dei servizi dell’autotrasporto dal 23 al 27 gennaio. Si tratta di un blocco che comprende buona parte delle associazioni di categoria del settore, mentre si attendono le decisioni delle altre sigle. Fita-Cna, che ha intrapreso un percorso di dialogo con la committenza, non ha escluso l’adesione al fermo se tale dialogo dovesse fallire. Anita e Lega Coop hanno chiesto un incontro con il Governo, che per ora si è limitato ad un primo scambio di vedute svoltosi il 22 dicembre preso il Dipartimento Trasporti Terrestri del ministero. Trasportounito ha già più volte dato indicazioni in favore del fermo, anche se manca al momento una posizione ufficiale sull’iniziativa intrapresa da buona parte delle associazioni aderenti ad Unatras.
L’incontro del 22 dicembre
Il fermo ha seguito di poche ore l’incontro svoltosi con il Direttore Generale per il Trasporto Stradale e l’Intermodalità del ministero Enrico Finocchi, che su mandato del viceministro Ciaccia (titolare della delega sull’autotrasporto) aveva il compito di analizzare con una delegazione delle associazioni di categoria le problematiche sul tappeto. In particolare il tema dei costi minimi di sicurezza, una battaglia portata avanti dalle associazioni di categoria del settore e che ora rischia di fallire sotto i colpi della liberalizzazione e dei ricorsi della committenza. Altro tema caldo, quello dell’accesso alla professione, con l’introduzione del nuovo regolamento europeo che prevede regole molto più leggere rispetto alle norme precedentemente in vigore ed una sostanziale liberalizzazione al di sotto dei 35 quintali. Affrontato anche il tema delle risorse finanziarie per il settore (quelle approvate dal precedente Governo), e in particolare il tema della riduzione dei bolli, non più consentita dall’Unione Europea. Infine i divieti di circolazione, con il nuovo calendario 2012 che prevede un aumento di giornate di divieto rispetto al 2011.
Attacco ai costi minimi
A far precipitare la situazione anche il recente ricorso al Tar contro i costi minimi di sicurezzapresentato da Confindustria, Unione Petrolifera e altre associazioni industriali (tra cui Ance, Anfia, Assocarta, Assovetro, Confitarma, Federchimica). Il ricorso punta all’annullamento dei costi minimi di sicurezza, varati dall’Osservatorio sulle attività di autotrasporto della Consulta per la Logistica, in quanto lesivi delle norme sulla concorrenza. Un attacco che arriva a poche settimane da un pronunciamento dell’Antitrust che, confermando una posizione già espressa ai tempi di Catricalà, aveva ribadito il suo giudizio negativo sui cisti dell’autotrasporto.