Autotrasporto: richiesta di pagamento contributo ART dopo l’esonero
Ecco perché arrivano le diffide di pagamento e cosa fare
Nel settore dell’autotrasporto, le diffide di pagamento del contributo inviate alle imprese dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART) stanno suscitando preoccupazioni, nonostante l’esonero introdotto negli ultimi anni.
Chiariamo le motivazioni e ragioni dietro l’invio della richiesta di pagamento alle imprese di autotrasporto.
Autotrasportatori e pagamento contributo ART
Un lungo contenzioso ha coinvolto le associazioni di categoria degli autotrasportatori, i tribunali amministrativi (TAR e Consiglio di Stato) e il mondo politico. Dopo anni di dibattiti, è stata approvata una normativa che, dal 2021, esonera le imprese di autotrasporto dall’obbligo di pagare il contributo ART.
Tuttavia, alcune imprese stanno ricevendo diffide di pagamento via PEC. Ecco i dettagli legislativi.
Esonero pagamento contributo ART per l’autotrasporto
Dal 2021, l’esonero dal pagamento del contributo ART è stato introdotto in risposta a varie motivazioni:
Decreto Sostegni (2021)
Le imprese di autotrasporto sono state esonerate dal pagamento del contributo ART per il solo anno 2021, in risposta agli effetti economici della pandemia di Covid-19. Tuttavia, questo esonero non copriva gli anni precedenti, come il 2019 e il 2020.
Decreto per la guerra in Ucraina (2022)
Nel 2022 esonero dal pagamento del contributo ART esteso per attenuare gli impatti economici del conflitto russo-ucraino. Anche in questo caso, però, non si faceva riferimento agli anni 2019 e 2020.
Decreto Lavoro (2023)
Il 2023 ha segnato l’esonero definitivo per l’autotrasporto, senza tuttavia sanare eventuali obblighi per il 2019 e il 2020. Le imprese sono invitate a comunicare il “fatturato rilevante” relativo all’attività di trasporto in porti, interporti e simili, e a versare il contributo solo per tale fatturato, qualora superasse il minimo previsto.
Perché arrivano le diffide di pagamento?
Le diffide di pagamento inviate dall’ART derivano da una mancata chiarezza sulla distinzione tra “fatturato lordo” e “fatturato rilevante”. Il fatturato lordo indica il totale delle entrate aziendali. Il fatturato rilevante riguarda esclusivamente le attività di trasporto svolte in connessione con porti, scali ferroviari, aeroporti e interporti.
Secondo la normativa, il pagamento del contributo ART da parte degli autotrasportatori è dovuto solo se il fatturato rilevante supera i 3 milioni di euro.
Cosa fare se si riceve una diffida?
Le imprese di autotrasporto che ricevono una diffida per il pagamento del contributo ART possono:
Verificare i dati controllando che il fatturato comunicato all’ART sia quello rilevante, non il lordo.
Fornire chiarimenti inviando all’ART una documentazione dettagliata per dimostrare che il fatturato rilevante non supera i 3 milioni di euro.
Richiedere assistenza alle associazioni di categoria o esperti legali per gestire la situazione.
Nonostante gli esoneri normativi introdotti dal 2021, il contenzioso per il pagamento del contributo ART per gli anni 2019 e 2020 rimane aperto. Le imprese di autotrasporto devono verificare con attenzione le comunicazioni dei dati fiscali, distinguendo chiaramente il fatturato lordo da quello rilevante.
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