Autotrasporto: si spacca il tavolo sui container
Secondo Fedespedi un’intesa contrattuale tra le parti non può risolvere i problemi di efficienza legati al ciclo del trasporto contenitori, sollevati dall’autotrasporto e sentiti anche dalle imprese di spedizioni internazionali. Per questa ragione, l’associazione ha comunicato che non proseguirà oltre nell’interlocuzione aperta tra le rappresentanze dell’autotrasporto e le associazioni della committenza, “pur rimanendo attenta a vagliare ogni proposta che possa portare beneficio all’intera comunità logistica”.
L’associazione ritiene, infatti, che tali inefficienze, vadano considerate all’interno di un più ampio e complesso contesto globale, caratterizzato da tensioni in atto a livello globale e importanti mutamenti intervenuti negli ultimi dieci anni nel commercio internazionale.
Fedespedi spiega che “a queste si aggiungono i mancati investimenti in infrastrutture negli ultimi decenni, che hanno piegato la capacità competitiva delle imprese logistiche e di trasporto operanti sul nostro territorio nazionale, come i recenti fatti di cronaca, purtroppo, dimostrano ampiamente”.
Oltre a una visione più ampia del problema, Fedespedi ritiene che per contrastare le inefficienze e lavorare per una migliore funzionalità delle attività portuali e dei nodi logistici in genere, “sia imprescindibile un approccio olistico, che assicuri il coinvolgimento di tutti gli interlocutori, anche istituzionali. Insieme alla richiesta di efficienza, occorre garantire anche regole equilibrate e valide per tutti e al tempo stesso cercare soluzioni ad hoc per ciascuna situazione particolare, tutelando la pluralità degli attori all’interno della supply chain”.