Autotrasporto spaccato sul fermo del 16 maggio
Trasportounito ha confermato il fermo di cinque giorni del settore autotrasporto, in programma da lunedì 16 maggio a venerdì 20 maggio, ma gran parte delle principali sigle associative del settore si dissociano da questa protesta.
La Fai, Federazione Autotrasportatori Italiani, non aderirà allo sciopero poiché, come scrive l’associazione in un comunicato, intende perseguire la strada del dialogo con il Governo.
“C’è la comprensione e la consapevolezza da parte della Fai che il settore sta vivendo un momento di difficoltà oggettiva e la Fai rispetta le imprese che hanno deciso di adottare questo tipo di protesta – scrive il Segretario nazionale di Fai-Conftrasporto, Pasquale Russo -, ma non vediamo nel fermo la risoluzione dei problemi che affliggono l’autotrasporto italiano. Questo il motivo per cui non aderiremo alla protesta indetta da Trasportounito. Bisogna secondo noi – aggiunge Russo – continuare a lavorare per cercare di rendere concreti gli strumenti che il Governo ha messo a disposizione, sia normativi che economici”.
Anche l’Anita si dissocia dalla protesta.
“Non è attuando un fermo dei servizi di trasporto che si risolvono i problemi della categoria – scrive Eleuterio Arcese, presidente di Anita -. Siamo tutti consapevoli che l’autotrasporto stenta ad uscire dalla crisi, ma non dobbiamo essere noi stessi gli artefici di un ulteriore tracollo. Solo attraverso il dialogo, ed è questa la strada corretta, intrapresa dal Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Bartolomeo Giachino, è possibile risolvere i problemi dell’autotrasporto italiano, peraltro già presenti nell’agenda del Governo. Giovedì 12 maggio, al tavolo con il Governo, proporrò delle misure per il trasporto italiano da inserire nel decreto per lo sviluppo. Il Presidente di Trasportounito, Franco Pensiero, venga al tavolo a discutere con noi”.
Diversa la posizione di Trasportounito, che nel confermare il fermo scrive: “Anche gli ultimi tentativi, inclusa la recente manifestazione di protesta a Roma, di far comprendere al Governo la gravità della situazione, sono falliti. Per una associazione giovane come Trasportounito non è facile assumersi un impegno così gravoso – precisa Franco Pensiero, presidente di Trasportounito –, ma abbiamo deciso l’estrema manifestazione di protesta, indipendentemente dalle sigle, per difendere tutto l’autotrasporto che è stato privato di quelle norme elementari senza le quali il mercato non esiste e le imprese falliscono, oppure, per sopravvivere devono cedere all’illegalità”.
FdB