Autotrasporto. Tagli ai rimborsi; le associazioni insorgono
La notizia, resa nota il 2 luglio dall’Agenzia delle Entrate, di ridurre l’entità delle deduzioni di spese non documentate a favore delle imprese di autotrasporto ha creato non poco malumore fra le associazioni di categoria, confermando i timori espressi fino a quel momento.Il nuovo quadro presentato riduce, infatti, sensibilmente i rimborsi rispetto agli anni precedenti.
In particolare, spiega Fedit in una nota: “le imprese di autotrasporto merci – conto terzi e conto proprio – possono recuperare nel 2015, fino a un massimo di euro 300 per ciascun veicolo (tramite compensazione in F24), le somme versate nel 2014 come contributo al Servizio Sanitario Nazionale sui premi di assicurazione per la responsabilità civile per i danni derivanti dalla circolazione dei veicoli a motore adibiti a trasporto merci di massa complessiva a pieno carico non inferiore a 11,5 tonnellate”. Per i trasporti effettuati personalmente dall’imprenditore oltre il comune in cui ha sede l’impresa (autotrasporto merci per conto di terzi), invece, “è prevista una deduzione forfetaria di spese non documentate (articolo 66, comma 5, primo periodo del TUIR), per il periodo d’imposta 2014, nelle seguenti misure:- 18,00 euro (gli anni scorsi l’importo era di 56,00 euro) per i trasporti all’interno della regione e delle regioni confinanti; la deduzione spetta anche per i trasporti personalmente effettuati dall’imprenditore all’interno del comune in cui ha sede l’impresa, per un importo pari al 35% di quello spettante per gli stessi trasporti nell’ambito della regione o delle regioni confinanti; – 30,00 euro (gli anni scorsi l’importo era di 90,00 euro) per i trasporti effettuati oltre questo ambito”.Ciò significa che i rimborsi hanno subito riduzioni anche dei due terzi.
In attesa dei tre tavoli di lavoro che lunedì prossimo affronteranno questioni nevralgiche per il settore dell’autotrasporto, Amedeo Genedani, presidente di Confartigianato Trasporti ha voluto sottolineare “con assoluta fermezza” che “non condividiamo un taglio così penalizzante per le nostre imprese”.”Consideriamo questi importi come un ‘acconto’. Ne va della corretta gestione amministrativa delle aziende artigiane del nostro Paese che noi rappresentiamo con orgoglio”, ha detto Genedani.
CNA-Fita ha parlato di “tagli che non consentono alle nostre imprese di sopravvivere ed operare correttamente sul mercato”, chiedendo “il ripristino delle somme concordate”. “Non è tollerabile – ha evidenziato in una nota l’associazione – che un errore di valutazione del Ministero dei Trasporti sulle somme effettivamente necessarie per la copertura di questo capitolo di spesa ricada drammaticamente sulle aziende di autotrasporto, artigiane, italiane. I tempi stringono, e queste somme non possono essere considerate un acconto se il saldo non viene definito nei primi giorni della prossima settimana poiché il 20 agosto è il termine ultimo per la chiusura dei bilanci aziendali e conseguentemente per i pagamenti delle tasse”.
Per Claudio De Donati, segretario generale di Assotir, quanto comunicato dall’Agenzia delle Entrate è “una decisione intollerabile, frutto di una scelta unilaterale del Governo, che ha cambiato le carte in tavola, smentendo l’impegno a mantenere inalterata l’agevolazione ai trasportatori che guidano direttamente il proprio camion, come dimostrato dal decreto ministeriale dello scorso mese di marzo”.”Ferme restando le decisioni che unitariamente saranno prese, appare fin d’ora chiaro che, ove non si dovesse trovare una soluzione adeguata a quella che avevamo già per tempo segnalata come “l’emergenza” del settore in questa fase, il confronto con il Governo ne uscirebbe minato sotto il profilo fiduciario e, francamente, perderebbe di ogni significato continuare a parlare”. Secondo la FIAP si tratta, invece, di “un atteggiamento ambiguo” che “non è più tollerabile”.