Autotrasporto e Traforo del Gran Sasso: Cna-Fita chiede il rimborso dei pedaggi
L’interruzione e il rallentamento della circolazione per i mezzi pesanti aumentano i costi per le imprese di autotrasporti
Cna-Fita chiede il rimborso dei pedaggi autotrasporto per il senso unico alternato al Traforo del Gran Sasso.
Il settore dell’autotrasporto in Abruzzo è in difficoltà a causa della circolazione a senso unico alternato al Traforo del Gran Sasso, introdotta dal 14 ottobre 2024 e per 45 giorni.
Il senso unico alternato al Traforo del Gran Sasso, regola il traffico con semafori, e causa un significativo aggravio economico per le imprese di trasporto merci e persone, con costi aggiuntivi che pesano notevolmente sugli autotrasportatori.
Mauro Concezzi, responsabile nazionale di Cna-Fita, lancia un appello chiedendo l’introduzione di “un meccanismo automatico di agevolazione tariffaria o rimborso dei pedaggi per i disagi alla mobilità”, a fronte dei gravi problemi causati dalle limitazioni di traffico ai mezzi pesanti sull’A24.
L’interruzione e il rallentamento della circolazione per i mezzi pesanti non influenzano solo i tempi di percorrenza, ma aumentano anche i costi per le imprese di autotrasporti che devono affrontare il tratto stradale del Traforo.
Maggiorazioni di costi per l’autotrasporto al Traforo del Gran Sasso
Secondo i dati forniti dalla Cna-Fita, il restringimento del traffico nel Traforo del Gran Sasso comporterà, nell’arco dei 45 giorni, un costo aggiuntivo medio di 2.602,75 euro per i mezzi pesanti che attraversa il traforo. Nelle province di Teramo e L’Aquila, dove circolano rispettivamente 35.271 e 34.763 camion (dati ACI 2023), si stima che un quarto di questi veicoli utilizzi quotidianamente il traforo come via di transito. Ciò si traduce in un aggravio economico di oltre 22,9 milioni di euro per le imprese di autotrasporto della provincia di Teramo e 22,6 milioni di euro per quelle della provincia dell’Aquila.
Trasporto merci al Gran Sasso
Le limitazioni al traforo del Gran Sasso non solo colpiscono le imprese di autotrasporto locali, ma compromettono l’intero flusso di merci destinate ad altre regioni. L’Abruzzo genera oltre 17 milioni di tonnellate di merci l’anno (dati Istat 2022), con un potenziale fatturato per il settore autotrasporti di quasi 700 milioni di euro. Solo nei 45 giorni di circolazione alternata di mezzi pesanti, circa 85 milioni di euro potrebbero essere messi a rischio.
Manutenzione stradale
La situazione del Traforo del Gran Sasso è solo una delle problematiche per i mezzi pesanti legate alla manutenzione delle infrastrutture stradali in Italia. La chiusura del Monte Bianco e le difficoltà al traforo del Frejus sono ulteriori segnali di una “cattiva gestione della manutenzione programmata delle opere d’arte stradali”, sottolinea Concezzi.
La manutenzione programmata, se ben gestita, è essenziale per garantire la sicurezza degli utenti della strada e prevenire disagi legati all’apertura simultanea di cantieri su più arterie principali. Per questo motivo, è necessario completare il catasto delle strade e individuare percorsi alternativi che possano garantire una viabilità sicura ed efficiente per i mezzi pesanti.
Cna-Fita sollecita un intervento tempestivo da parte delle autorità competenti. In attesa delle decisioni del commissario straordinario sulla falda acquifera, l’organizzazione chiede che si valutino tutte le opzioni possibili per alleviare il pesante impatto che il settore dell’autotrasporto sta affrontando a causa delle restrizioni al Traforo del Gran Sasso.
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