Autotrasporto: un convegno della Fit Cisl su cabotaggio e dumping sociale
“Cabotaggio: trovare la strada per sconfiggere il dumping sociale” è stato il titolo della tavola rotonda organizzata dalla Fit Cisl, che si è svolta oggi a Roma. Sono intervenuti vari esponenti delle associazioni di categoria dell’autotrasporto, dei sindacati e delle istituzioni, che hanno cercato di esaminare questi temi e soprattutto di avanzare delle proposte per superarli, come è stato fatto recentemente in Francia. “Dobbiamo lavorare a una legislazione specifica – ha detto il deputato francese Gilles Savary – ed evitare che la concorrenza in Europa possa effettuarsi tramite il dumping. Il distacco dei lavoratori non può essere utilizzato per destabilizzare il trasporto. Dobbiamo fare in modo che la dignità dei lavoratori venga rispettata”.
Tra le proposte avanzate dalla Fit Cisl, ci sono quelle di avere maggiori controlli sfruttando la tecnologia (videosorveglianza, telepass), un maggior coordinamento tra i ministeri dei Trasporti e del Lavoro per l’incrocio delle banche dati, l’istituzione di un registro nazionale dell’autotrasporto con la creazione di white list delle imprese che fanno cabotaggio e il sequestro della merce.
Occorre però partire da alcuni dati per capire il fenomeno del cabotaggio. A questo proposito il segretario generale di Anita, Giuseppina Della Pepa ha affermato che “dal 2009 al 2013 hanno chiuso 18.500 aziende, di cui 469 in Friuli Venezia Giulia. Dal 2010 a oggi l’Italia ha ridotto del 27% la quota di mercato internazionale, in termini di quantità di merce trasportata. Allo stesso tempo sono aumentate del 101% le operazioni di cabotaggio nel nostro Paese”. E ha aggiunto che “occorre lavorare sul rafforzamento delle imprese italiane e sul ruolo della committenza, affinché aumenti il livello di utilizzo di vettori regolari in grado di competere in Europa. In generale dobbiamo attuare degli strumenti per difendere le nostre aziende e i nostri lavoratori”. Un concetto ripreso anche dal senatore del Partito democratico Marco Filippi: “Bisogna stare dalla parte del lavoro ma non contro l’impresa, per rafforzarla. Bisogna difendere il lavoro che produce ricchezza e quindi occorre allungare la catena logistica, ma soprattutto puntare sulla crescita dimensionale delle imprese”.
Il segretario generale di Conftrasporto Pasquale Russo ha spiegato che “il vero problema non è il cabotaggio ma la somministrazione del lavoro. Dobbiamo cercare di focalizzare la questione perché il problema non è la retribuzione che diamo ai nostri dipendenti, ma la base imponibile sulla quale si calcola la tassazione sul reddito”. Sulla stessa linea d’onda di Russo anche il segretario generale di Fedit, Enzo Solaro, il quale ha ricordato che “in Europa ci sono Paesi in cui il costo del lavoro arriva a 20-24 mila euro come in Romania e altri in cui è di 50 mila euro come in Italia. Il cabotaggio è una piccola parte del problema perché il tema più delicato è quello della somministrazione”.
Dalla tavola rotonda è emerso che per contrastare questi fenomeni occorre avere un buon sistema di controlli. “Le ispezioni sono importanti – ha sottolineato Santo Puccia, funzionario del servizio di Polizia Stradale – ma è fondamentale che queste attività siano supportate da strumenti giuridici e tecnologici che le agevolino”. E soprattutto che ci sia collaborazione tra le istituzioni “attraverso sinergie tra enti sul territorio per coordinare i controlli – ha detto Antonio Allegrini, del ministero del Lavoro – come già avviene in alcune zone del nord Italia, attraverso dei protocolli d’intesa tra i ministeri dell’Interno e del Lavoro che permette un incrocio di varie banche dati tra cui quella dell’Inps”. Roberto Parrillo, presidente della sezione autotrasporto ETF, ha parlato dello stesso argomento precisando che “uno dei problemi è il controllo per fare in modo che le regole già esistenti vengano rispettate. Occorre poi modificare la cultura della Commissione europea perché i suoi funzionari devono capire che occorre avere concorrenza leale e condizioni eque tra lavoratori”.
Il segretario generale della Fit Cisl, Giovanni Luciano ha concluso affermando che “il cabotaggio e il dumping sociale sono temi importanti. Dobbiamo focalizzarci su norme comunitarie e nazionali ma anche sulle azioni per contrastare questi fenomeni, coinvolgendo i nostri parlamentari europei e implementando il sistema di controlli a livello europeo e renderlo più efficace”.