Blocco dei camion euro 5: Regione Piemonte e Governo al lavoro per una alternativa
La Fai intanto chiede il congelamento immediato del blocco data la difficile situazione ai valichi
Ha preso il via ieri un tavolo tecnico tra Regione Piemonte e Governo per individuare una soluzione che garantisca la tutela della salute e il mantenimento degli obiettivi europei di riduzione delle emissioni inquinanti, scongiurando il blocco dei veicoli diesel Euro 5 a partire dal 15 settembre. Lo fa sapere la stessa Regione Piemonte che aveva deliberato il blocco dal prossimo 15 settembre fino al 15 aprile 2024 in 76 Comuni.
“L’obiettivo del tavolo tecnico – spiegano in Regione – è valutare l’aggiornamento del piano della qualità dell’aria con la pianificazione di misure e interventi alternativi al blocco Euro 5, alla luce degli interventi già messi in campo negli ultimi anni, grazie agli investimenti regionali, nazionali e alle misure del Pnrr. Il lavoro proseguirà nei prossimi giorni”.
Il divieto, comunque, riguarderebbe solo i 76 comuni indicati dalla Regione e i soli mezzi diesel euro 5, non quelli a benzina.
Cosa aveva determinato il blocco
A seguito della procedura di infrazione aperta dalla Commissione Ue verso il nostro Paese, l’Italia nel 2020 è stata condannata dalla Corte di giustizia dell’Unione europea per aver superato il valore limite delle concentrazioni di particelle inquinanti e non aver messo in campo azioni sufficienti per ridurre lo smog. Per questo è stato chiesto alle Regioni del bacino padano di irrigidire le misure e anticiparle, come il blocco dei motori diesel Euro 5, previsto in origine per il 2025. La Lombardia aveva già cominciato lo scorso anno introducendo il blocco dei diesel euro 5 nella città di Milano. Ora toccherebbe al Piemonte che, però, ha una diversa conformazione geografica che presenterebbe molti più problemi perché le emissioni inquinanti tendono ad addensarsi determinando un numero di sforamenti più alto rispetto ad altri territori.
Intanto sulla possibilità che il blocco diventi operativo interviene la Fai.
Il segretario generale della Federazione Autotrasportatori Italiani (FAI) Carlotta Caponi chiede infatti il congelamento immediato del blocco e la conferma che i lavori di manutenzione al traforo del Monte Bianco inizino non appena sarà ripristinata la viabilità al Frejus.
“Tutta la filiera dei trasporti sta vivendo giorni di grande difficoltà e rischia di subire importanti disagi e perdite economiche – afferma Caponi – Una situazione di allarme che preoccupa non solo gli autotrasportatori ma tutte le aziende che operano nella filiera”.
L’intero sistema dei trasporti è in grave sofferenza, tra la frana, il dirottamento verso il Monte Bianco che presto dovrebbe chiudere, le autostrade intasate e ben presto, secondo la Fai, le conseguenze si sentiranno anche nei porti. La preoccupazione del settore è dunque notevole.
“Ci sono tempi di consegna più lunghi, un notevole aumento dei costi per i mancati ricarichi dei mezzi, e pianificazioni rivoluzionate per i prossimi giorni – aggiunge Carlotta Caponi – Non si può consentire che l’attuale situazione di precarietà peggiori in modo incontrollabile da lunedì 4 Settembre con il passaggio di Tir e auto dirottate dal Bianco e dal Frejus sulle autostrade Liguri (in uscita e in ingresso) con disagi di gran lunga superiori a quelli generati alla viabilità durante la costruzione del nuovo ponte San Giorgio”.
“Per chi vive nelle aree interessate, significa un aumento di emissioni di polveri sottili e CO2 indiscriminato in un momento in cui fa anche tanto discutere l’annuncio del blocco degli Euro5 in Piemonte, che rappresenterebbe un problema insormontabile per molti lavoratori della regione e per gli autotrasportatori, che si sono visti annunciare dalla mattina alla sera dai TG la scorsa settimana il blocco fra sole due settimane”, spiega ancora Carlotta Caponi.