Bologna, incidente sulla A14: Conftraporto, ancora un morto sul lavoro
“Quello avvenuto ieri a Bologna, fra tre camion lungo l’autostrada, non è solo un incidente stradale, ma un vero e proprio incidente sul lavoro”. A dirlo è il vicepresidente di Confcommercio e di Conftrasporto Paolo Uggè commentando l’incidente che si è verificato ieri sul Raccordo di Bologna. Intorno alle 15.00 alcuni mezzi pesanti, due autoarticolati, si sono scontrati nella corsia di marcia del raccordo A1-A14, al km 4. Oltre ai due autoarticolati, è stata coinvolta parzialmente nello scontro anche una bisarca. L’impatto è avvenuto nei pressi del luogo in cui un anno fa si era registrata la terribie esplosione di una autocisterna. Uno dei due conducenti è morto.
“Da tempo chiediamo modifiche al codice della strada che affrontino e risolvano il nodo della sicurezza, tanto annunciata ma poco applicata – aggiunge Uggè – I CMR (Centri di Revisione Mobili) sono sostanzialmente scomparsi; le motorizzazioni non sono in grado di effettuare le revisioni per mancanza di personale tecnico; le risorse attribuite al settore non sono selettive e legate alla classe Euro. Tutti gli automezzi immatricolati dopo il 2015 hanno installato la frenata assistita – spiega il vicepresidente di Conftrasporto – è dunque probabile che la data di produzione degli automezzi coinvolti nell’incidente di ieri sia antecedente al 2015”.
“Le normative che prevedono il principio della responsabilità condivisa sono di fatto ignorate – prosegue Uggè – Il ministero da tempo traccheggia sulla pubblicazione dei costi minimi della sicurezza, e i controlli su tutti i componenti della filiera, previsti in caso di incidenti con feriti gravi o persone decedute, non vengono quasi mai disposti dalle autorità competenti”.
“Da troppo tempo si discute alla Camera delle modifiche al codice della strada per puntare a maggiori controlli, ma sembra che le norme sulla circolazione dei monopattini nelle aree urbane interessino di più – continua Uggè – Conftrasporto riconosce che le forze dell’ordine adibite ai controlli operano al massimo per prevenire e garantire la maggior sicurezza possibile sulle strade, ma occorre che siano messe nelle condizioni di poter operare”.
“Bisogna rafforzare gli organici. Questo significa governare i fenomeni. Invece si preferisce dire no a tutto e impedire che si realizzino quegli interventi infrastrutturali che sono elemento di sicurezza”, conclude il vicepresidente di Conftrasporto.