Cambio automatizzato
Tali equipaggiamenti sono formati da tre elementi principali: una normale scatola del cambio meccanica, degli attuatori ed un microprocessore. Quest’ultimo sceglie il rapporto da inserire, sulla base di diversi parametri provenienti dal veicolo. Quindi trasmette il comando ai pistoni degli attuatori, che provvedono fisicamente allo spostamento degli alberi del cambio. Poiché l’inserimento dei rapporti è automatico, non c’è il pedale della frizione o, quando presente, serve solo a dare un assenso all’innesto delle marce.
I cambi automatizzati dei veicoli industriali consentono più modalità di funzionamento: completamente automatico, semiautomatico (dove il microprocessore “suggerisce” la marcia da inserire, ma ci vuole il consenso dell’autista per attuare l’operazione) oppure manuale. In quest’ultimo caso, si ha un’attuazione di tipo sequenziale: l’autista seleziona i rapporti mediante una piccola leva, simile ad un “joystick”, posta sul tunnel, sul piantone dello sterzo o sul bracciolo del sedile. Un colpetto sulla leva in un senso comporta il passaggio a rapporti superiori, mentre per passare a marce più basse è sufficiente spostare la leva nel senso opposto. In entrambi i casi è presente un selettore che consente di impostare le modalità di marcia del veicolo: avanti, folle, o retromarcia. Sul cruscotto c’è un display che segnala all’autista la marcia inserita.
I cambi automatizzati offrono vantaggi al singolo autista e all’impresa di trasporto. Il primo ha minore fatica nella guida e può concentrarsi maggiormente sulla strada, aumentando la sicurezza di marcia. L’impresa ottiene un comportamento di guida più omogeneo dai diversi autisti, con una globale diminuzione dei consumi e minore logoramento della catenza cinematica.