Camion, l’Autorità dei trasporti chiede nuovi contributi per chi opera con scali ferroviari, aeroporti e interporti
Un importo pari allo 0,6 per mille del fatturato risultante dall’ultimo bilancio approvato alla data del 19 febbraio: è quanto devono pagare le aziende di autotrasporto merci che operano su strada in connessione con scali ferroviari merci, aeroporti e interporti e il cui fatturato annuo abbia superato i 5 milioni di euro nel 2018.
Una misura prevista dall’Art, l’Autorità di regolazione dei trasporti, e sostenuta con specifica disposizione di legge il cui pagamento deve essere versato in due tranches, con un acconto dei due terzi entro il 30 aprile e il saldo entrao il 31 ottobre.
Per eventuali esclusioni o scomputi relativi ad aziende di autotrasporto che non svolgono interamente attività e servizi con le infrastrutture citate, è obbligatoria un’autodichiarazione in assenza della quale è possibile una sanzione fino all’1 percento del fatturato.
Netta la reazione di Trasportounito: “Riteniamo che la misura – ha affermato Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito – risulti un’ulteriore forzatura nei confronti di un sistema di imprese di trasporto già fortemente penalizzate dall’economia, dal mercato e dalla scarsa funzionalità del sistema rispetto al quale l’Autorità di Regolazione dei Trasporti, che pretende contributi, non genera alcun tipo di beneficio”.
Pertanto l’associazione dà comunicazione di ricorso in sede legale e, laddove ve ne fossero le condizioni, di mobilitazione sia a livello locale che nazionale, aggiunge che “le imprese interessate saranno aggiornate sugli sviluppi e sul comportamento da tenere, sia in merito al pagamento dei contributi sia per quanto concerne l’obbligo della presentazione della dichiarazione”.