Caro carburanti, l’Unione Nazionale Consumatori lancia l’allarme: sul gasolio si specula di più
Caro carburanti: Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, punta l’attenzione sulle possibili speculazioni che potrebbero gravare sul prezzo del gasolio.
“Non si arresta la corsa impazzita del gasolio – scrive Dona analizzando i dati settimanali del ministero della Transizione Ecologica -. Dopo il rialzo già astronomico di settimana scorsa, il sesto maggiore di sempre, sale in una sola settimana di quasi 3 cent al litro, 1 euro e 49 cent per un pieno di 50 litri. L’andamento differente rispetto alla benzina è una dimostrazione del fatto che le quotazioni del prezzo del greggio c’entrano poco con quello dei carburanti e che sul gasolio si specula semplicemente di più, approfittando del fatto che si tratta di consumi più obbligati rispetto alla benzina” afferma sulla base dei dati del Mite”.
“Il gasolio è decollato del +16%”
“Da quando è iniziata la guerra, se un litro di benzina costa ora oltre 10 cent in meno, con una flessione del 5,6%, pari a un risparmio di 5 euro e 17 cent per un pieno da 50 litri, il gasolio, nonostante il taglio del Governo di 30,5 cent, resta a livelli ancora maggiori a quelli pre-conflitto, quasi 12 cent al litro, con un balzo del +6,7%, pari a 5 euro e 80 cent a rifornimento. Rispetto all’inizio dell’anno, la benzina è aumentata dell’1,6%, pari a 1 euro e 35 cent per un pieno, il gasolio invece è decollato addirittura del +16%, 12 euro e 65 cent a rifornimento, equivalenti a 304 euro su base annua”, ha spiegato Dona.
“Unica consolazione, è che dalla fine di giugno, grazie all’aumento della produzione dei Paesi Opec+, il prezzo della benzina è sceso di oltre 32 cent al litro, con un ribasso del 15,8%, pari a 16 euro e 37 cent per un pieno, il gasolio è diminuito di oltre 19 cent al litro, con una riduzione del 9,6%, pari a 9 euro e 77 cent a rifornimento. Ma si tratta di una magra consolazione, visto che ieri i Paesi Opec+ hanno deciso di tagliare ad ottobre la produzione di petrolio di 100.000 barili al giorno. Una scelta incosciente che deve far riconsiderare al Governo il decreto appena varato che si è limitato ad estendere dal 20 settembre al 5 ottobre il taglio delle accise senza aumentarne l’importo” conclude Dona.