Cdm, via libera al Dl autotrasporto
Via libera del Consiglio dei ministri a un decreto legge con il “pacchetto” autotrasporto scaturito dall’intesa firmata il 17 giugno scorso e stralciato nei giorni scorsi dalla manovra economica che ieri ha ricevuto la fiducia del Senato. Ne dà notizia anche un comunicato di Palazzo Chigi dove si legge che il testo “modifica la normativa vigente per conseguire obiettivi primari di interesse collettivo, quali la tutela degli addetti e la sicurezza della circolazione e, nel contempo, rendere piu’ competitivo il settore dell’autotrasporto di merci su strada, che ha particolarmente risentito della congiuntura economica sfavorevole oltre che del forte aumento del costo del gasolio”. ”L’intervento regolatorio -continua la nota- garantisce un migliore equilibrio commerciale dei ruoli dei vettori e dei committenti, attraverso gli accordi di settore per categorie merceologiche e gli accordi tra le organizzazioni associative di categoria che interagiscono all’interno della filiera logistica”.Il provvedimento ripropone i punti principali dell’accordo, sottoscritto da tutte le sigle di rappresentanza della categoria (salvo TrasportoUnito), ma passato senza con il secco no di Confindustria, e con molte perplessità da parte di Confetra e Assologistica. Tra le norme più importanti quella sui costi minimi che dovranno essere individuati con appositi accordi di settore entro nove mesi dall’entrata in vigore dell’accordo. Regole più chiare anche sulla responsabilità all’interno della filiera, per tempi di pagamento e le operazioni di carico e scarico. Vale la pena di segnalare che il passaggio del pacchetto dalla manovra a un Dl ad hoc potrebbe riaprire il confronto su questi temi. Un “passo indietro” temuto dall’Unatras che non ha ancora revocato lo stato di agitazione proclamato due giorni fa in coincidenza con lo stralcio delle norme dalla finanziaria. Inoltre, sull’argomento è intervenuto l’Antitrust. con una segnalazione inviata a Governo e Parlamento, l’Authority guidata da Catricalà fa presente che “accordi di settore che individuino ‘costi minimi di esercizio’ nell’autotrasporto si traducono in tariffe minime che, anziche’ garantire il soddisfacimento di standard qualitativi e di sicurezza del servizio, assicurano condizioni di redditivita’ anche a coloro che offrono un servizio inefficiente e di bassa qualita”. L’Antitrust sottolinea che l’esigenza di garantire il rispetto dei parametri di sicurezza puo’ essere comunque soddisfatta attraverso misure piu’ coerenti con i principi della concorrenza: l’esercizio dei poteri di controllo e sanzionatori che la legge attribuisce alle amministrazioni pubbliche competenti, eventualmente rafforzato, consente infatti di rispettare gli standard qualitativi minimi e l’osservanza della normativa in materia di lavoro e di previdenza, senza la necessita’ di introdurre restrizioni concorrenziali finalizzate unicamente alla protezione dei livelli di reddito dei vettori. Analoghe perplessita’ suscita l’eventualita’, prevista dagli emendamenti, in base alla quale, laddove gli accordi volontari non fossero perfezionati entro nove mesi dalla data di entrata in vigore della nuova disposizione, i “costi minimi di esercizio” sarebbero comunque determinati dal legislatore.