Cisterne
Nell’immaginario comune la cisterna per eccellenza è quella per trasporto carburanti, comparto che registra il maggior numero di vendite. Si trasportano con cisterne di questo tipo i carburanti per autotrazione e riscaldamento: benzina, gasolio, kerosene e benzina avio. A causa delle diverse esigenze dei vettori e della committenza, in Italia non si è giunti ad un modello unificato, nemmeno all’interno di alcune categorie di base.
Unica eccezione è l’impostazione dei semirimorchi, che da oltre una decina d’anni sono tutti a struttura autoportante, soluzione che consente un sensibile risparmio in tara e, parimenti, un aumento della portata. Generalizzato è anche il carico per gravità dall’alto, attraverso boccaporti accessibili da una passerella sulla sommità della cisterna. Vi sono anche allestimenti con chilolitri graduati o con contalitri e una miriade di sezioni, dalla cilindrica alla policentrica, da quella ellittica a quella a cuore diritta o rovesciata. Gli allestimenti per carburanti per autotrazione sono generalmente realizzati su autotreni, autoarticolati e autocarri di grandi dimensioni (3 o 4 assi). Per il trasporto di carburanti da riscaldamento, a causa delle differenti esigenze di distribuzione, a questi tipi si aggiungono autocarri medi e leggeri.
Un altro carburante che viaggia in cisterna è il Gpl, miscela di propano e butano mantenuta allo stato liquido da una forte pressione. Le cisterne che lo trasportano hanno una forma tale da assecondarne la naturale espansione (corpo cilindrico e testate emisferiche) e sono costruite in alluminio. Anche in questo caso, per i semirimorchi s’impiega esclusivamente la struttura autoportante. Allestimenti di questo tipo esistono sia su veicoli di grandi dimensioni e complessi, sia su autocarri medi e piccoli, utilizzati specie nelle zone rurali e montane per il rifornimento dei “bomboloni” delle abitazioni. Strutture simili vengono utilizzate anche per il trasporto di altri gas tecnici utilizzati per impieghi civili e industriali come ossigeno, anidride carbonica, argon, azoto e altri. Cambiano, in questo caso, le testate (la bombatura è meno pronunciata), le valvole e la raccorderia. Come quelle per carburanti liquidi, le cisterne per gas devono sottostare alle norme sul trasporto di merce pericolosa (Adr). Questi allestimenti sono tipici dei veicoli d’elevato tonnellaggio.
Tipiche di autotreni e autoarticolati sono anche le cisterne per trasporto di composti chimici liquidi, normalmente allestite su telaio e principalmente di due tipi: a sezione cilindrica o ellittica. La prima è utilizzata soprattutto per i materiali ad alto peso specifico come l’anidride solforica, la seconda viene utilizzata per carichi più leggeri. Per entrambe, secondo il materiale trasportato, possono essere presenti impianti o rivestimenti per il controllo della temperatura, come i rivestimenti in polipropilene a cella chiusa (per il mantenimento di temperature basse), le serpentine di raffreddamento o le resistenze per il riscaldamento. Attrezzature simili si trovano anche su alcune cisterne per trasporto di liquidi alimentari particolari, quali il burro fuso. Ancora nel campo degli alimentari, troviamo cisterne specifiche quali quelle per trasporto latte o vino, di norma realizzate in acciaio inossidabile. Per il vino, talvolta, si utilizzano anche cisterne in vetroresina.
Completano la famiglia delle cisterne quelle per trasporto di prodotti pulverulenti e granulari come cemento e farine, che possiamo suddividere in due grandi categorie: ribaltabili (costruite sempre su telaio) e con lo scarico in pressione (che nel caso dei rimorchi e semirimorchi vengono costruite su struttura autoportante), realizzate con un’unica grande cisterna con cono di scarico centrale o, ormai raramente, con più cisterne verticali (dette “cipolle). A questa famiglia appartengono infine gli allestimenti per trasporto mangimi, che scaricano grazie ad una coclea e, solitamente, sono realizzate su autocarro a tre assi o autotreno.