Code al porto di Genova: Trasportounito chiede l’intervento dell’Autorità portuale
I disagi per l’autotrasporto derivanti dalle code ai varchi dei terminal portuali continuano a destare preoccupazione nel mondo delle associazioni del settore.
In un comunicato Giuseppe Tagnochetti, coordinatore per la Liguria di Trasportounito, ha sottolineato come le imprese di autotrasporto associate che operano nel Porto di Genova che “ormai da anni subiscono i disservizi dei Terminal Portuali, (gli ultimi in ordine di tempo quelli nei terminal del bacino di Sampierdarena) non possano più farsi carico di un caos organizzativo che ha bruciato centinaia di migliaia di euro, generato irregolarità in termini di sicurezza stradale, un forte conflitto tra il traffico pesante e quello cittadino oltre a infinite discussioni con la merce committente”.
In una lettera inviata all’Autorità di Sistema Portuale, Trasportounito spiega che il settore “non è assolutamente più in grado di assorbire anche le inefficiente del Porto che oggi si sommano a quelli provocati dai cantieri autostradali, alla cronica carenza di autisti e alla debolezza contrattuale e tariffaria”.
Le richieste e le proposte di Trasportounito
Per Trasportounito esiste solo una strada: un intervento dell’ AdSP sui rapporti di concessione con un provvedimento regolatorio “che garantisca agli operatori del Trasporto, ai sensi dell’art. 11 della Legge n. 84/94, di poter operare nei Terminal con livelli di servizio adeguati, ovvero con numeri di accessi ai varchi, operazioni di carico/scarico e gate out dei mezzi pesanti coerente con i flussi in arrivo e quindi tali da garantire l’eliminazione di ogni accumulo di mezzi ai varchi portuali”.
L’associazione inoltre chiede che l’AdSP completi la tracciabilità delle tempistiche dei veicoli da quando arrivano ai varchi a quando escono dai Terminal fruibile per l’autotrasporto permettendo un’analisi dei flussi giornalieri, sulla quale coinvolgere anche i committenti responsabili della programmazione “super stressata” dei cicli di carico/scarico negli stabilimenti lombardi e piemontesi e di conseguenza nei bacini portuali.