Conftrasporto: burocrazia e tassazione frenano lo sviluppo e la competitività della logistica
Il settore dei trasporti e della logistica in Italia rappresenta una parte importante dell’economia del paese. Secondo i dati presentati al Convegno di Conftrasporto-Confcommercio, l’80% delle merci in Italia viaggia su gomma, mentre il 60% delle importazioni e il 50% delle esportazioni avvengono attraverso il trasporto marittimo (per quantità). I valichi alpini sono i principali responsabili dei valori della merce trasportata, con una quota di oltre il 50% delle importazioni e del 60% delle esportazioni. Tuttavia, le limitazioni imposte dall’Austria al Brennero causano un danno all’Italia di 370 milioni di euro all’anno per ogni ora di ritardo nell’attraversamento.
Burocrazie e tasse frenano il settore
Dal quadro tracciato durante il convegno emerge che nonostante il potenziale e le risorse disponibili, la burocrazia e l’alta tassazione presente e futura rappresentano un freno per lo sviluppo e la competitività del settore. Ad esempio, 285 milioni di euro sono stati stanziati per mitigare l’aumento dei costi nell’autotrasporto, ma l’accesso a queste risorse è reso difficile da un sistema burocratico complesso. Inoltre, 330 milioni di euro non sono stati assegnati al settore marittimo su un totale di 500 milioni stanziati per adeguare le flotte agli obiettivi ‘green’.
La legge Bilancio non ha rifinanziato il ‘marebonus‘, che negli ultimi 20 anni ha contribuito allo sviluppo intermodale. Anche il trasporto ferroviario chiede la conferma del ‘ferrobonus’ e di varare criteri di sostenibilità per le imprese.
La transizione verso fonti di energia rinnovabili e a basso contenuto di carbonio rappresenta un ulteriore onere per il settore della logistica e dei trasporti. L’Ue chiede infatti investimenti considerevoli, mentre i depositi fiscali costieri per ogni modifica di impianto verso prodotti rinnovabili o a basso contenuto di carbonio sono un ulteriore onere per gli operatori.
Il settore dei trasporti e della logistica in Italia è soggetto a un alto carico fiscale, che rappresenta una delle principali sfide per la crescita del settore. L’autotrasporto, ad esempio, è assoggettato a una carbon tax 5 volte superiore a quella dei settori agricolo e industriale (250 euro per tonnellata di Co2 prodotta). Secondo le prime stime di Conftrasporto, l’estensione al trasporto stradale dell’ETS (meccanismo di contrattazione delle emissioni) porterà ad un aumento dei costi per le imprese.
Dal 1° gennaio è entrato in vigore il Carbon Intensity Indicator dell’IMO (International Maritime Organization), che assegna alle navi un rating in base alle emissioni C02 sulle miglia percorse. Un indice che rappresenta una sfida per il settore del trasporto marittimo, poiché il 73% delle navi traghetto italiane rischiano di essere fuori norma entro il 2025.
Il 2023 si apre con un previsto incremento dei canoni concessori (+25%), che si aggiunge al peso del caro-carburanti e agli effetti della pandemia. Nonostante la recente emanazione del Regolamento atteso da 28 anni, l’onerosità delle concessioni nei nostri porti è molto variegata, e i previsti incrementi lineari uniformi amplieranno gli illogici vantaggi e svantaggi tra gli operatori.
La spesa effettuata dall’Italia nel 2022 sulle risorse del PNRR è stata inferiore alle attese: 15 miliardi di euro in meno rispetto a una previsione di 33,7 miliardi. Ciò rappresenta una sfida per il governo, che dovrà accelerare per rispettare il cronoprogramma del Pnrr e mettere a terra i programmi di spesa essenziali per la ripresa.
Le proposte di Conftrasporto
Sono diverse le proposte che Conftrasporto rivolge al Governo, eccone alcune:
- porre fine alle limitazioni unilaterali dell’Austria al Brennero e accelerare sul nuovo tunnel, anche sul versante tedesco, per attivare l’intermodalità;
- intervenire in Ue perché il beneficio del gasolio commerciale non venga soppresso;
- ridurre il cuneo fiscale per contrastare la carenza di autisti;
- rivedere i divieti di circolazione.
- attrezzare i porti contro il climate change;
- collegare i terminal ferroviari alla rete nazionale;
- varare la Piattaforma Logistica Nazionale;
- risolvere le criticità del nuovo Regolamento sulle concessioni portuali;
- cancellare l’obbligo di contributo all’ART delle imprese terminaliste;
- semplificare gli iter verso il green nei depositi fiscali costieri.