Contrabbando di carburanti: sequestrati beni per circa 800mila euro
Scoperta un’associazione di presunto stampo mafioso che utilizzava tir muniti di uno speciale congegno per colorare di verde i carburanti agricoli
Associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di carburanti, truffa aggravata ai danni dello Stato ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Sono queste le ipotesi di reato che hanno condotto all’esecuzione di un provvedimenti di confisca emesso dal Tribunale di Lecce ed eseguito dalla Guardia di Finanza di Taranto.
Sono finti sotto confisca beni per un valore di circa 800mila euro.
Quattro i soggetti pugliesi che hanno aderito al patteggiamento e sono stati destinatari della confisca.
Ma il provvedimento attuale rientra in una più ampia operazione di investigazione che è iniziata nel 2021 tra i territori delle province di Taranto e Salerno, nell’ambito della quale, il 21 aprile 2021, le Fiamme Gialle tarantine, in sinergia investigativa con il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza e con il Nucleo Investigativo Carabinieri di Salerno, hanno dato esecuzione a un provvedimento applicativo di misure cautelari personali nei confronti di 43 soggetti per le ipotesi di reato, tra le altre, di associazione di stampo mafioso, trasferimento fraudolento di valori, detenzione illegale di armi e contrabbando di carburanti. Nella circostanza sono stati altresì sottoposti a sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, 11 compendi aziendali per un valore complessivo stimato in circa 20 milioni di Euro.
Le indagini hanno portato alla scoperta di una vera e propria associazione di stampo mafioso che non solo si occupava di contrabbando di carburanti, ma anche di detenzione di armi e di trasferimento di valori. Naturalmente ipotesi di reato che dovranno essere confermate in sede processuale.
Ma il meccanismo utilizzato per il contrabbando dei carburanti era assolutamente ingegnoso. Attraverso società con sedi a Napoli e Ginosa (TA), tra il settembre e l’ottobre 2019, avrebbero perfezionato la cessione “in contrabbando” di oltre 600 mila litri di carburante destinato all’uso agevolato in agricoltura in favore di soggetti compiacenti non aventi diritto all’agevolazione, per lo più localizzati in Campania, che lo avrebbero destinato ad un uso non agevolato come l’autotrazione.
Da un deposito commerciale compiacente di Bari sarebbero stati prelevati ingenti quantitativi di carburante per autotrazione (assoggettato alle accise e all’I.V.A. in misura intera), simulando apparentemente la cessione di corrispondenti quantitativi di prodotti energetici per uso agevolato gravati da accise e dall’I.V.A. in misura ridotta. I mezzi impiegati per il trasporto del prodotto sarebbero stati dotati di speciali dispositivi in grado – in caso di controllo su strada da parte della Guardia di Finanza – di colorare di verde il carburante, così da renderlo apparentemente uguale alla documentazione che lo accompagnava. Il prodotto sarebbe quindi giunto presso un deposito commerciale compiacente di Ginosa (TA), dove ne sarebbe stato inscenato falsamente lo scarico e poi la cessione in favore di imprese agricole della provincia di Taranto. Gli autoarticolati avrebbero quindi raggiunto le sedi di destino in Campania, dove il carburante sarebbe stato ceduto a soggetti compiacenti in totale evasione delle imposte dovute.
Il valore complessivo del carburante ceduto in contrabbando ammonterebbe a circa 2 milioni di euro, con la presunta evasione delle imposte a vario titolo dovute per oltre 800 mila euro.