Cresce il mercato degli autocarri (+34,2%), scende quello dei bus (-7,1%)
Anfia rende noti i dati delle nuove immatricolazioni sul mercato italiano degli autocarri, rimorchi-semirimorchi e autobus a giugno e nel 1° semestre 2016. Il primo semestre 2016 risulta in crescita a doppia cifra per il mercato degli autocarri (+34,2%) e dei rimorchi e semirimorchi pesanti (+35,7%), mentre si contrae ancora il mercato autobus (-7,1%). Dall’indagine emerge chiaramente come sia di primaria importanza il rinnovo del parco circolante autobus che, ad oggi, in Italia, ha un’età media superiore ai 12 anni, contro una media europea di 7 anni.
Il parco circolante dei veicoli industriali si sta rinnovando molto lentamente: gli autocarri con ptt superiore a 3500 kg e classe di emissione antecedente all’Euro 4 registrati al PRA sono passati dall’84,9% del 2014 all’83,7% a fine 2015; per i trattori stradali, invece, questa percentuale è passata, nell’arco di un anno, dal 58,9% al 55%. I trattori stradali sono il segmento “più giovane” del comparto dei veicoli industriali: il 53% ha fino a 10 anni di età, il 47% più di 10 anni. Gli autocarri merci e speciali con più di 10 anni, invece, superano il 60% degli iscritti al PRA.
Dopo il pesante invecchiamento determinato dal crollo della domanda negli anni di crisi, la sostituzione dei veicoli più anziani in circolazione ha beneficiato anche dei provvedimenti a sostegno del comparto dell’autotrasporto introdotti nel nostro Paese negli ultimi anni. Provvedimenti che, dal 2015, hanno previsto anche incentivi all’acquisto di veicoli ad alimentazione alternativa a basso impatto ambientale ed efficienti in termini di consumi, in particolare il Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sugli investimenti delle imprese di autotrasporto, emanato a novembre dello scorso anno. Il mercato dei veicoli a trazione alternativa va tuttora sostenuto sia in termini di diffusione della rete di distributiva (in particolare per metano e biometano), sia attraverso forme d’incentivazione indiretta che premino i mezzi più efficienti in termini di emissioni e consumi. Grazie allo stesso Decreto, il parco circolante dei rimorchi e semirimorchi adibiti all’intermodalità è cresciuto del 5,3% nel 2015.
Il decreto attualmente allo studio insiste ulteriormente nella direzione dello svecchiamento del parco, prevedendo una misura per la rottamazione di veicoli obsoleti con contestuale acquisto di veicoli di ultima generazione. In riferimento alle misure a favore della diffusione dei veicoli ad alimentazione alternativa – che acquistano un’accresciuta importanza visto che il 2016 è l’anno di recepimento della Direttiva europea DAFI (2014/94/UE) – inoltre, il Governo, sta valutando di includere anche i veicoli elettrici. Infatti tra gli obiettivi dell’Unione europea c’è quello di trasferire, entro il 2030, il 30% del trasporto su gomma ad altri modi di trasporto (ferroviario o marittimo) e per raggiungere un obiettivo del genere, l’Italia ha di fronte a sé una strada in salita, percorribile solo introducendo misure strutturali e pianificando investimenti prolungati nel tempo.
Il mercato degli autobus con ptt superiore a 3.500 kg registra un rialzo appena dell’1,1% a giugno 2016, per un totale di 180 libretti rilasciati, mentre nel progressivo da inizio anno riporta una flessione del 7,1%, con 1.268 libretti rilasciati. Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio ha recentemente ribadito l’intento del Ministero di intervenire sulle carenze e il malfunzionamento del trasporto pubblico italiano, attraverso investimenti nel TPL che consentano non solo di accrescere il numero dei cittadini trasportati, ma anche di sostenere e rilanciare le filiere industriali ad esso collegate. Questo, inoltre, consentirebbe all’industria nazionale, che oggi lavora a meno della metà della sua capacità produttiva, di ripartire raddoppiando la produzione in risposta alla domanda pubblica.
A fine 2015, risultano iscritti al PRA circa 98.000 autobus complessivamente, una parte dei quali, tuttavia, risulta non in regola con le revisioni, verosimilmente ferma ai depositi. Gli autobus registrati destinati al servizio pubblico sono 51.000, di cui il 66% è ante Euro 3. Secondo l’indagine ISTAT sulla Mobilità Urbana pubblicata il 28 giugno scorso e riferita all’anno 2014, continua a ridursi l’offerta di TPL (da 4.787 posti-km per abitante a fine 2013 a 4.423 a fine 2014), che resta fortemente diseguale sul territorio: nelle città del Nord (5.722) e del Centro (4.931) è tra due e tre volte il valore medio del Mezzogiorno (2.163). Crescono, invece, le reti di trasporto locale su ferro: +2,6% per il tram, presente in 12 città, e +10,6% per la metropolitana, presente in 7 città, 6 delle quali hanno realizzato ampliamenti negli ultimi 5 anni. La spesa corrente dei comuni capoluogo per il TPL e i servizi connessi è salita da 97 a 137 Euro pro capite (medie annue 2008-10 e 2012-14), mentre si è ridotta la spesa per investimenti (da 68 a 41 euro pro capite). Torna a crescere la domanda di TPL – da 190 a 192 passeggeri per abitante), anche se resta ancora lontana dai livelli pre-crisi (218 passeggeri per abitante nel 2008).
Anche nei comuni capoluogo con più di 250.000 abitanti, la consistenza del parco autovetture è in calo dal 2012, ma, nel 2015 risulta più bassa rispetto ai livelli del 2000: il relativo indice scende a 93,2 rispetto all’anno 2000 come base di confronto (=100). Questo dato evidenzia che, nei principali comuni capoluogo, l’offerta di trasporto alternativa al mezzo privato (bus, bici, moto, piedi) ha consentito una riduzione delle consistenza del parco auto maggiore rispetto alle città metropolitane.