Dieselgate: uno studio Fleet&Mobility sulle conseguenze dello scandalo delle centraline truccate
Secondo una ricerca del Centro Studi Fleet&Mobility sul caso Volkswagen, lo scandalo delle “centraline truccate” ha avuto un impatto sulle intenzioni di acquisto molto inferiore rispetto a quanto paventato nelle settimane a cavallo tra fine settembre e inizio ottobre 2015.
L’analisi statistica (fonte Unrae) sulle vendite di veicoli nuovi VW mostra che fino a giugno la crescita del marchio era quasi la metà del mercato. A settembre, poi, si è registrata una lieve flessione rispetto ai volumi del 2014, una flessione che si è accentuata in ottobre condizionando il mercato nel senso che i clienti che non hanno comprato VW non hanno optato per un’altra marca, ma hanno semplicemente aspettato.
A novembre, infatti, il brand ha recuperato, segnando una crescita superiore a quella del mercato, mentre dicembre è stato tutto sommato in linea con il primo semestre, come se il fenomeno fosse ormai stato assorbito. Per Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, “l’affaire Volkswagen non ha intaccato né la richiesta delle motorizzazioni Diesel né la richiesta dei prodotti del gruppo tedesco”.
L’analisi statistica (fonte ACI) sui trasferimenti di auto usate registra un cedimento a ottobre (-7%), con ripercussioni sull’intero mercato, ma già a novembre, per il Gruppo VW, i dati sono in linea con la crescita del primo semestre 2015 e a dicembre il miglioramento si accentua, forse perché il prodotto è stato offerto a condizioni più favorevoli, per effetto dello scandalo. Le curve dell’usato del brand VW e del Gruppo appaiono ben allineate a quella del mercato, seppur su valori decisamente più contenuti.
I feedback raccolti presso i concessionari rilevano un graduale rientro delle perplessità da parte del pubblico con conseguente ripresa del traffico in salone e degli ordini. I noleggiatori a lungo termine hanno confermato di non ritenere necessario accantonare fondi per fronteggiare una diminuzione dei valori residui per le vetture VW Euro5 del parco, né tantomeno per gli altri brand del Gruppo VW.
Alcuni noleggiatori, però, hanno riferito le richieste di particolari clienti, soprattutto grandi flotte, che hanno chiesto altri brand ritenendo inopportuno girare con veicoli del Gruppo VW, per l’immagine dell’azienda. “Ciò ha comportato – prosegue lo studio Fleet&Mobility – un’azione diffusa da parte dei commerciali dedicati al B2B del Gruppo VW di presenza presso i clienti per rassicurare circa l’estraneità allo scandalo delle nuove vetture Euro6”.
Resta, infine, ancora da capire l’impatto che la vicenda avrà sui conti della Casa, a seguito delle azioni legali che saranno intraprese. È probabile che anche queste siano inferiori a quanto inizialmente minacciato e paventato.