Il divieto estivo per i mezzi pesanti tra Peschiera del Grada e Affi preoccupa le imprese trentine
Si chiede una riduzione della durata del divieto e la sua limitazione alle sole giornate di sabato e domenica
Il provvedimento che vieta il divieto di transito per i mezzi pesanti, istituito per la stagione estiva lungo le strade regionali 450, tra Peschiera del Garda e Affi fino ed in vigore fino all’ 8 settembre sta destando preoccupazione tra le imprese trentine.
La decisione del divieto nasce per far fronte ai grandi flussi di traffico estivo nella zona del Garda. Lo scorso anno però la limitazione era stata applicata al solo mese di agosto, ora invece il divieto di transito per i mezzi pesanti è esteso dall’8 giugno all’8 settembre, dalle ore 7 alle ore 20.
Durante questo periodo i camion adibiti al trasporto merci di massa superiore alle 7,5 tonnellate non potranno transitare lungo le strade menzionate.
Le conseguenze del divieto di transito mezzi pesanti
Le preoccupazioni espresse riguardo il divieto di transito per i mezzi pesanti lungo le strade regionali 450, sono per gli autotrasportatori, che saranno costretti ad utilizzare esclusivamente l’autostrada, aumentando così il percorso di una ventina di chilometri circa. Oltre ai tempi di percorrenza aggiuntivi ed ulteriori spese per il pedaggio, l‘impatto è sicuramente da stimare anche di tipo ambientale.
Le preoccupazioni e le richieste di enti ed imprese
Confindustria, Artigiani e Conftrasporto Confindustria Trento, Associazione Artigiani Trentino e Fai Conftrasporto Trentino criticano il prolungamento del divieto di circolazione dei mezzi pesanti fino all’8 settembre ed esprimono “forte preoccupazione sull’impatto del divieto di transito per i mezzi pesanti istituito per la stagione estiva lungo le strade regionali 450 e 11-dir, tra i caselli autostradali di Peschiera del Garda e Affi”.
In particolare, “Il provvedimento sta penalizzando gli operatori dell’autotrasporto e l’intero comparto manifatturiero che si avvale del trasporto su gomma”- spiegano in una nota le associazioni di categoria, che hanno chiesto un riesame dell’ordinanza per evitare ulteriori danni a un settore che, spiegano, è “già provato dai crescenti costi operativi e dalla pressione della concorrenza internazionale”.
Si chiede una riduzione della durata del divieto e la sua limitazione alle sole giornate di sabato e domenica, notoriamente più critiche per il traffico turistico.