Ex Ilva Taranto: ArcelorMittal dice no all’aumento di capitale, autotrasportatori in presidio fino al 12 gennaio
Gli stabilimenti siderurgici per ora non potranno contare su ulteriori investimenti
Fumata nera dopo l’incontro a Palazzo Chigi tra i vertici della multinazionale franco-indiana Arcelor Mittal e il governo (ne abbiamo parlato qui) sul futuro di Acciaierie d’Italia, l’impianto siderurgico di Taranto meglio conosciuto come ex Ilva.
L’aumento di capitale da 320 milioni di euro, con cui l’esecutivo si proponeva di portare lo Stato al 66% del gruppo siderurgico tramite Invitalia – operazione necessaria per garantire la continuità produttiva – non va in porto.
ArcelorMittal si è dichiarata non disposta ad assumere impegni finanziari e di investimento, anche come socio di minoranza.
Gli stabilimenti ex Ilva di Taranto, quindi, per ora non potranno contare su ulteriori investimenti. E l’assemblea degli autotrasportatori di Casartigiani Taranto, in presidio alla portineria C area Tir del siderurgico, annuncia che la protesta continuerà fino al 12 gennaio.
Casartigiani: “I lavoratori vengono costantemente lasciati ai margini”
Sull’esito dell’incontro, Casartigiani commenta: “Risultati che, ancora una volta, lasciano intendere che ci si ritrovi dinnanzi a una situazione dai contorni poco chiari e dal futuro instabile, in cui i lavoratori vengono costantemente lasciati ai margini”.
La Confederazione Autonoma Sindacati Artigiani, nei giorni scorsi, in un documento al Governo, ha scritto che il credito vantato dal settore trasporto verso l’ex Ilva ammonta a circa 20 milioni.
“Gli autotrasportatori – dichiara Casartigiani – continueranno l’assemblea fin quando non verranno saldati i pagamenti di tutte le fatture scadute entro la data sopra indicata. Qualora i pagamenti non venissero disposti, saranno costretti ad avviare ulteriori azioni a tutela dei propri diritti. Gli autotrasportatori restano in attesa di essere ricevuti dai vertici di Acciaierie d’Italia, disponibili a sottoscrivere un accordo di rientro delle somme dovute”.