Fermo bisarche. Allarme Fiat: fabbriche a rischio chiusura
Orami siamo al collasso dei piazzali: se la situazione provocata dallo sciopero delle bisarche non si normalizzerà nei prossimi giorni la Fiat “dovrà procedere ad ulteriori chiusure degli impianti italiani, compreso lo stabilimento Giambattista Vico di Pomigliano d’Arco che è impegnato nel lancio europeo della Nuova Panda”. Lo afferma l’azienda in una nota spiegando: “Le perdite di produzione e quindi di vendita dovute allo sciopero sono ad oggi di circa 20 mila unità che sarà molto difficile recuperare nel corso dell’anno. I danni causati finora avranno un impatto negativo di circa il 10 per cento sulle quote di mercato del mese di marzo in Italia e all’estero”. Il Lingotto aggiunge che “questa situazione ha generato e continua a generare lunghi e numerosi ritardi nelle consegne delle vetture ai Concessionari e ai clienti. Attuato da alcune associazioni di autotrasportatori il fermo sta di fatto paralizzando tutta la logistica automotive soprattutto al Centro Sud e in tutti gli snodi portuali”. La situazione – dice ancora la casa torinese – danneggia in modo particolare Fiat Group Automobiles in quanto rende necessario ridurre sensibilmente, o addirittura bloccare le attività produttive in alcuni stabilimenti, con un forte impatto sulle fatturazioni e sulle immatricolazioni in Italia ed all’estero”. Il settore automotive italiano già fortemente in sofferenza “viene ad essere ulteriormente penalizzato – conclude Fiat – da questo fermo. E’ molto importante che la situazione si sblocchi in tempi brevi, in modo da ripristinare il normale svolgimento dei servizi di trasporto e non compromettere ulteriormente i risultati del comparto automotive”.
Paolo Castiglia