Fiat Industrial oltre i target 2011: Marchionne, 25 miliardi nel 2012
Target confermati per Fiat industrial, la holding che controlla Iveco e Cnh (trattori e macchine agricole e movimento terra). “Eventuali modifiche verranno decise nel terzo trimestre” ha spiegato, presiedendo l’assemblea degli azionisti al Centro congressi Lingotto di Torino, l’Ad Sergio Marchionne, che ha con soddisfazione evidenziato che Fiat Industrial ha superato tutti i target del 2011 e quest’anno conferma gli ambiziosi obiettivi fissati per il 2012. Tutto questo nonostante il clima di incertezza e le tensioni nell’area dell’euro. Archiviato l’anno della scissione dal gruppo Fiat, Marchionne ha annunciato l’obiettivo di raggiungere i 25 miliardi di euro di ricavi, con un risultato della gestione ordinaria tra 1,9 e 2,1 miliardi e un risultato netto di circa 0,9 miliardi. La conferma dei target di Fiat Industrial è stata premiata in Piazza Affari. I titoli ieri sono saliti del 4,7%, attestandosi a 8,1 euro.
Uno dei punti di forza di Iveco, che viene spesso sottovalutato, è la posizione che ha guadagnato in Cina in questi ultimi anni. “La Cina per noi sta assumendo un’importanza crescente anche come base di esportazione, soprattutto verso l’America Latina e i nuovi mercati dell’Africa, del Medio Oriente e dell’Asia”, ha detto ancora Sergio Marchionne, nel corso del suo intervento in apertura dell’assemblea in corso al Lingotto.
“Dopo diversi anni consecutivi di crescita a due cifre – ha aggiunto Marchionne – il mercato cinese ha fatto registrare nel 2011 una contrazione del 7 per cento. L’unico segmento che ha continuato a crescere è stato quello dei minibus, nel quale Daily ha un eccellente posizionamento competitivo”.
La quota di mercato di Iveco si è attestata al 4,6 per cento, in crescita di circa mezzo punto percentuale rispetto al 2010. Le vendite sono state di oltre 143 mila unità, in aumento dell’1,4 per cento rispetto all’anno precedente. Il risultato delle partecipazioni nelle joint venture cinesi è stato di 22 milioni di euro, contro i 15 milioni del 2010.
In Russia, invece, Fiat Industrial ha l’obiettivo di rafforzare l’alleanza tra Cnh e il costruttore locale Kamaz: “Vogliamo ampliare questi rapporti – spiega anche se sicuramente ci sono problemi a causa della crisi e le attività si sono ridotte”. Marchionne sarà presto in Argentina per discutere con il governo investimenti per Cnh, un’operazione definita “consistente”.
Diverso il discorso in Nordamerica, dove la penetrazione di Iveco passa per l’alleanza con Chrysler “senza la quale sarebbe stata impossibile”, chiosa Marchionne. Il Ducato arriverà nel 2013, poi toccherà al Doblò: entrambi saranno targati Ram e anche il Daily, quando arriverà negli Usa sarà Ram. “Questo per una riconoscibilità del marchio – afferma ancora il manager – Abbiamo 2.400 dealer americani disposti a sviluppare la capacità di Ram nei veicoli commerciali”.
Il mercato si interroga ora anche sulle mosse che Marchionne sta preparando per la controllata Cnh, della quale è quotato solamente circa il 10% del capitale e Fiat Industrial controlla l’88,4%. Marchionne spiega che “tecnicamente non abbiamo bisogno di due società quotate”, ma poi aggiunge che le opzioni all’orizzonte sono tante. Stesso discorso per le possibili alleanze di Fiat Industrial: “La possibilità di nuove alleanze c’è di sicuro – spiega – lavoriamo su questo continuamente. Più nei veicoli commerciali che nelle macchine agricole”.
Gli azionisti di Fiat Industrial hanno quindi approvato il bilancio 2011 e il nuovo consiglio di amministrazione nel quale entrano per la prima volta due donne. Nel cda, che restera’ in carica fino al 2014, siederanno Jacqueline A. Tammenoms Bakker, per tanti anni esponente del ministero dei Trasporti dei Paesi Bassi, e Maria Patrizia Grieco, ex presidente e amministratore delegato di Olivetti. Con loro ci saranno John Elkann, Sergio Marchionne, Alberto Bombassei, Gianni Coda, Robert Glenn Liberatore, Libero Milone, Giovanni Perissinotto, Guido Tabellini e John Zhao.
“Considerati tutti gli utili dell’anno, il Cda ha proposto la distribuzione di dividendi per tutte le categorie di azioni per un importo, pari a 240 milioni di euro, che rappresenta circa il 34% dell’utile netto consolidato”.
Paolo Castiglia