Forum Conftrasporto: Uggè, cambiare il sistema e incentivare il rinnovo del parco circolante
Si è svolta oggi a Cernobbio la prima giornata di lavori del 5° Forum Internazionale di Conftrasporto-Confcommercio. Presentato un documento dell’Isfort sul sistema dei trasporti in Italia.
La Confedeazione ha presentato una lista di nove prioità per il settore. In primo luogo, rivedere la normativa (Codice appalti) e semplificare le procedure per lo sblocco dei cantieri Da “Connettere l’Italia” a “Italia (finalmente) connessa”. Promuovere la sostenibilità in tutte le sue dimensioni: ambientale, economica, sociale. Dal catalogo dei sussidi dannosi per l’ambiente al catalogo dei sussidi dannosi per la sostenibilità.
Migliorare l’accessibilità della barriera alpina completando gli interventi di potenziamento delle infrastrutture di attraversamento, e contrastando ogni politica di contingentamento unilaterale dei transiti su gomma (attuale caso Brennero).
Sviluppare l’intermodalità attraverso incentivi, di facile implementazione, che promuovano la scelta della via del mare e di quella ferrata da parte degli autotrasportatori. Premiare i veicoli meno inquinanti rivedendo le regole di circolazione e dei sussidi per l’autotrasporto.
Istituire un fondo nazionale per incentivare il rinnovo del parco circolante dei veicoli merci più inquinanti con mezzi più puliti e avanzati tecnologicamente, nel rispetto del principio della neutralità tecnologica. Garantire una transizione energetica sostenibile sotto tutti i punti di vista, attraverso l’utilizzo di più fonti energetiche. In particolare, il settore dei trasporti, sia marittimi che terrestri, necessita di un mix attento e bilanciato di combustibili per la transizione come GPL, GNL, biocarburanti e biometano adeguato a favorire le politiche climatiche e a procedere verso un mercato energetico che tenda sempre più alla riduzione delle emissioni.
Sviluppare l’infrastruttura per i combustibili alternativi, per centrare gli obiettivi di diffusione fissati dalla Direttiva DAFI e rendere la mobilità sostenibile una reale opportunità, a cominciare dall’utilizzo del GNL nel trasporto marittimo e su gomma. Snellire i procedimenti di autorizzazione degli impianti di logistica energetica, con un quadro omogeneo sul territorio e ispirato a criteri di semplificazione e chiarezza.
Contrastare ogni forma di concorrenza sleale e dumping sociale nell’autotrasporto a livello europeo, sostenendo le indicazioni della Road Alliance. Rifinanziare il regime dei benefici contributivi per i marittimi imbarcati sulle navi che collegano le isole minori, per favorire l’occupazione dei lavoratori nazionali.
Dal Rapporto dell’Ufficio Studi di Confcommercio sui trasporti e la sostenibilità e dal documento dell’Isfort sul sistema dei trasporti in Italia è emerso che sbloccare i progetti e i cantieri già finanziati favorirebbe la ripresa economica, aumenterebbe l’offerta di trasporto e l’occupazione. Completare il Sistema nazionale integrato dei trasporti nei tempi previsti contribuirebbe a incrementare il Pil del 2,5% creando complessivamente 300mila posti di lavoro all’anno.
“Le risorse ci sono, ma non vengono spese – spiega una nota della Confederazione – nel 2018 il 60% dei fondi stanziati per le infrastrutture non è stato utilizzato ed è rimasto nelle casse dello Stato”.
Intanto l’Italia dei trasporti fa meglio della media europea per la riduzione degli inquinanti. In circa 30 anni il settore ha ridotto le emissioni di GHG (responsabili dell’effetto serra) del 2,7% contro un aumento medio nell’eurozona di quasi il 15%. Meglio ancora hanno fatto i veicoli pesanti, riducendo il contributo emissivo di quasi il 30%, contro una crescita nell’area euro di oltre il 18%.
Secondo lo studio, il fisco penalizza i camion ‘più puliti’: un Tir Euro6 versa il triplo di ciò che dovrebbe sull’inquinamento prodotto, circa 7.900 euro in più all’anno. Una fiscalità più ragionevole incrementerebbe l’acquisto di mezzi più ‘green’.
Più del 70% dei flussi import/export tra Italia ed Europa passa per le Alpi, e ogni anno l’interscambio commerciale tra il nostro Paese e quelli del Corridoio Scandinavo-Mediterranea, di cui il Brennero è parte fondamentale, supera i 200 miliardi di euro. L’84% dell’interscambio dell’Italia con l’Europa a 28 avviene su gomma: con le limitazioni volute dall’Austria la nostra economia paga più di 370 milioni di euro all’anno per ogni ora di ritardo dei Tir nell’attraversamento del valico.
“Oggi chi meno inquina più paga – ha detto il vicepresidente di Conftrasporto, Paolo Uggè, nel corso della conferenza stampa di apertura del Forum -. Questa è una ingiustizia che deve essere affrontata è superata, comprendendo i problemi che ha il settore. Come ha fatto la ministra Bellanova, che è andata dagli agricoltori, si è fatta spiegare e ha preso una posizione molto dura all’interno del governo. Noi vorremmo la medesima cosa. Non si deve penalizzare il settore solo per fare cassa, un settore tra l’altro che investe e ha ridotto negli anni le emissioni”.
“La decisione del governo di abbattere la compensazione dell’Iva sull’accisa per i veicoli pesanti euro 3 e euro 4 non ha alcun senso – ha sottolineato -. Da una parte si tolgono 350/360 milioni alle imprese di autotrasporto, che devono confrontarsi con la concorrenza di operatori di altri Paesi europei, soprattutto dell’est, e dall’altra non si colpiscono settori che inquinano di più – ha proseguito Uggè – Se si raddoppiassero i veicoli euro 6, l’impatto sull’inquinamento sarebbe vicino a quota zero. La strada giusta non è quella di tassare di più, penalizzando chi ha investito di più per ridurre le emissioni, ma quella di cambiare il sistema e incentivare il rinnovo del parco circolante, che darebbe meno inquinamento e più sicurezza sulle strade”.