Genova: 2 e 3 novembre confermato lo sciopero Tir
Lo sciopero dell’autotrasporto a Genova è ufficiale: giovedi 2 e venerdi 3 novembre i mezzi si fermeranno nel porto del capoluogo ligure. Lo hanno confermato le associazioni Cna-Fita, Confartigianato Trasporti, Fai-Conftrasporto e Trasportounito che hanno deciso il fermo dei servizi dei trasporti su gomma nello scalo per protesta contro i tempi di attesa e le code “insostenibili”. “Così non è possibile lavorare – hanno denunciato i rappresentanti di categoria – l’esasperazione è troppo forte e la sensazione di non avere alcuna forma di attenzione da parte della comunità portuale è inaccettabile”.
C’è un lungo elenco di problematicità messe in evidenza: insostenibili tempi di attesa al carico, lunghe code nei pre-gate terminalistici, blocchi d’area estemporanei, fermi camion tassativi per cambi turno. Secondo le associazioni, “vi sono limiti operativi che, in molte aree del porto di Genova, e nei terminal di cornice, stanno causando danni e rallentamenti alle imprese di autotrasporto che non riescono a programmare viaggi e consegne, con gravissime perdite di produttività e la diffusione irresponsabile di irregolarità sui tempi di guida e di riposo e della sicurezza stradale”.
La decisione di fermare per due giorni l’attività nel porto di Genova, arriva quindi dopo una serie di mancate risposte agli operatori e alle associazioni di categoria. Le difficili condizioni di lavoro degli autotrasportatori presso il porto di Genova si trascinano ormai da decenni. E relativamente allo sciopero confermato del 2 e del 3 novembre prossimo, si prevedono già forti disagi che si ripercuoteranno sul traffico.
All’annuncio dello sciopero, le associazioni di categoria associano un appello all’Autorità Portuale “affinché intervenga per risolvere le problematiche che affliggono la categoria. I problemi – hanno concluso – non si risolvono da soli e l’impegno ad eliminare le attese, i blocchi ed il congestionamento di camion deve essere condiviso responsabilmente da tutti gli operatori della port community, perché l’attività degli autotrasportatori è fondamentale per lo sviluppo dei traffici e dell’economia del nostro Porto e non è più ammissibile che le nostre aziende siano costrette ad operare in questo modo, nel più importante scalo italiano, cresciuto e affermatosi in virtù della sua efficienza operativa”.