Il trasporto merci dai carburanti liquidi a quelli gassosi: a che punto è la transizione tecnologica?
La transizione energetica e gli obiettivi fissati dall’Europa e dall’Onu per il raggiungimento della neutralità delle emissioni impongono la necessità di fare i conti con cambiamenti strutturali nei settori della mobilità e dei trasporti, che andranno a impattare sull’industria, sulle aziende di trasporto, sulle catene di distribuzione e sui cittadini-utenti.
Sempre più stringente diventa dunque aprire un confronto tra operatori dei trasporti per mettere a fuoco linee di indirizzo e possibili scenari che caratterizzeranno il prossimo futuro del settore.
Si inserisce in questo contesto l’incontro online “Dai carburanti liquidi a quelli gassosi nel trasporto merci: per un mondo migliore”, promosso dal settore Metallurgia, Siderurgia e Mineraria di Confindustria Brescia per analizzare, in particolare, la tematica della transizione tecnologica nella mobilità dei mezzi pesanti, in uso nelle realtà industriali, per la trasformazione verso la neutralità climatica della trazione da fonti sostenibili.
All’incontro sono intervenuti Giovanni Marinoni Martin (Presidente del Settore Metallurgia, Siderurgia e Mineraria di Confindustria Brescia), Daniele Lucà (Senior Vice President SNAM – Global Sustainable Mobility), Gianluca Cremonesi (Chairman Air Liquide Italia – General Manager Air Liquide Biomethane srl e Presidente Assogastecnici), Fabrizio Buffa (Head of gas business development Iveco) e Carlo De Grandis (Policy Officer European Commission DG CLIMA).
Trovare soluzioni alternative ai carburanti tradizionali
“L’obiettivo di questo incontro è di proseguire il dialogo con la Commissione europea, in linea con quanto avevamo già fatto lo scorso anno con l’evento sui PPA, i Power Purchase Agreement – ha spiegato in apertura Giovanni Marinoni Martin, presidente del settore Metallurgia, Siderurgia e Mineraria di Confindustria Brescia –. Oggi ci siamo invece concentrati sul tema della transizione ecologica nel trasporto merci: la nostra filiera è pronta per trovare soluzioni alternative ai carburanti tradizionali, valorizzando sempre più il concetto di sostenibilità”.
Il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, ha portato all’attenzione l’esperienza della provincia di Brescia, dove le imprese stanno sviluppando un nuovo modello per la produzione dei carburanti, in particolare il biometano liquido. In particolare sta emergendo una grandissima potenzialità, scaturita dalla sinergia tra il mondo industriale e quello agricolo: ed è in tale contesto – ha sottolineato – che dovranno essere utilizzate al meglio le risorse del Recovery.
Produzione e distribuzione
Un punto fondamentale nel processo di transizione tecnologica verso l’utilizzo di nuovi carburanti è rappresentato dalla rete delle stazioni di rifornimento e dalla rete distributiva dei carburanti.
“Siamo specializzati nello sviluppo di infrastrutture e tecnologie per il rifornimento “green” – ha spiegato Daniele Lucà, Senior Vice President Mobility Solutions & Services di Snam4Mobility – realizziamo stazioni pubbliche e soluzioni su misura per le flotte private, come nel caso dell’accordo firmato con Arriva Italia, che riguarda proprio Brescia”.
La stazione che Snam4Mobility svilupperà per Arriva Italia potrà alimentare a gas naturale e biometano più di 100 autobus, contribuendo così ad abbattere sia le emissioni di CO2 sia quelle inquinanti.
Lucà ha spiegato come il biometano ricavato da rifiuti organici e scarti di lavorazioni agricole e agroindustriali sia una realtà rilevante in Italia: già oggi un terzo del gas usato per i trasporti nel nostro Paese è di origine bio. Con il biometano, infatti, è possibile alimentare autovetture, bus, veicoli commerciali leggeri, camion, ma anche trattori agricoli.
Il biometano, sia gassoso sia liquefatto, e l’idrogeno avranno un ruolo decisivo nella decarbonizzazione dei trasporti pesanti, in sostituzione di carburanti più impattanti come il diesel e Snam4Mobility ha ribadito il proprio impegno a sviluppare nuove infrastrutture di rifornimento anche per l’idrogeno, con l’obiettivo di favorirne l’adozione come vettore energetico pulito sia nella mobilità su gomma sia nel settore ferroviario, come testimoniato dall’accordo con FNM e A2A per trasformare la Valcamonica in una delle prime hydrogen valley italiane.
Sul fatto che alimentare la mobilità dei mezzi pesanti attraverso l’uso di carburanti alternativi sia un passaggio essenziale nella transizione verso la neutralità climatica si è soffermato GianLuca Cremonesi, Chairman Air Liquide Italia – General Manager di Air Liquide Biomethane srl e Presidente Assogastecnici – sottolineando come il bio Gnl abbia già mostrato le sue potenzialità e avrà un ruolo sempre più strategico nei prossimi anni.
In particolare la produzione di biometano liquido a partire dalla valorizzazione dei reflui zootecnici possa instaurare un ciclo virtuoso di economia circolare che unisce il mondo agricolo a quello dell’industria. In questo senso “Air Liquide – ha concluso Cremonesi – prevede un piano investimenti per la realizzazione di impianti produttivi di biometano liquido che sorgeranno in prossimità delle aziende agricole al fine di valorizzare i reflui zootecnici e gli scarti agricoli, in un’ottica di circolarità”.
Il ruolo delle case costruttrici nel supportare la transizione
C’è poi il ruolo giocato nella decarbonizzazione dalle case costruttrici di veicoli, che, ha spiegato nel suo intervento Fabrizio Buffa, Head of gas business development di Iveco, “va affrontato secondo il principio della neutralità tecnologica”.
Elettricità e idrogeno giocheranno un ruolo importante nel prossimo futuro, ma l’utilizzo del gas naturale, in particolare nella sua forma bio è imprescindibile se si vogliono ottenere risultati immediati e sensibili.
“Il compito di un costruttore come Iveco – ha concluso Buffa – oggi non è più solo progettare, produrre e commercializzare i veicoli ma è, e sarà sempre più, quello di contribuire a creare un ecosistema tale da supportare la transizione e la scelta di soluzioni innovative da parte dei propri clienti”.
Trasporti: un settore difficile da decarbonizzare
Infine, ha evidenziato come quello dei trasporti sia il settore tradizionalmente più difficile da decarbonizzare Carlo De Grandis, Policy Officer European Commission DG CLIMA, motivo per cui, nel Fit for 55, è stata posta grande attenzione sul tema.
“L’obiettivo – ha spiegato – è una riduzione del 13% di carico Co2 associato a tutti i combustibili utilizzati nei trasporti entro il 2030. Inoltre, le nuove tassazioni per la produzione di anidride carbonica contribuiranno a rendere il biometano certamente competitivo”, ricordando infine che “l’idrogeno ricavato da biometano è considerato idrogeno verde, quindi rinnovabile: una risorsa, per questo motivo, molto preziosa”.