Ilva: ancora proteste a Taranto, il Governo incontra i commissari
In attesa dell’esito dell’incontro di oggi a Palazzo Chigi tra Governo e commissari dell’Ilva, Piero Gnudi, Corrado Carrubba ed Enrico Laghi, a Taranto gli autotrasportatori sono tornati a far sentire la propria voce con un doppio presidio che sin dalle prime ore della mattina ha interessato le strade statali adiacenti la zona industriale in cui si trovano gli stabilimenti.
Dopo essere stati fermi per diversi giorni all’esterno di una delle portinerie del siderurgico, riducendo al minimo l’entrata e l’uscita di materiali e prodotti, circa 150 veicoli oggi hanno creato una lunga colonna sulla 106 per Reggio Calabria e sulla 100 per Bari.
La nuova protesta arriva all’indomani della lettera inviata al presidente del Consiglio dei Ministri, al ministro dello Sviluppo Economico e al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, con cui le associazioni di categoria hanno ribadito “le forti preoccupazioni per le pesanti ripercussioni sulle imprese di autotrasporto coinvolte nella vicenda Ilva”, richiedendo un impegno concreto “in merito alle difficoltà, più volte segnalate, nelle quali si trova l’autotrasporto”.
In particolare, si sottolinea la necessità di riconoscere “la natura prededucibile dei crediti vantati dalle imprese di autotrasporto per le prestazioni rese ad Ilva prima del deposito della domanda di accertamento dello stato di insolvenza e misure urgenti di natura finanziaria e fiscale che consentano di recuperare quel minimo di liquidità necessaria per la prosecuzione dell’attività”.
Preoccupazioni inserite nel clima di tensione in seguito alla decisione del gup del tribunale di Taranto di accogliere le eccezioni sollevate dai legali di Ilva spa, di Riva Fire e di Riva Forni Elettrici, escludendo le tre società dalla responsabilità civile. Poiché l’Ilva è stata ammessa all’amministrazione straordinaria, le pretese risarcitorie andranno presentate al Tribunale di Milano.