Ilva: Mise, l’autotrasporto rientra nella prededucibilità dei crediti
I rifornimenti allo stabilimento Ilva di Taranto proseguono a singhiozzo. Gli autotrasportatori che manifestano davanti allo stabilimento, dopo ore di blocco totale, stanno consentendo l’ingresso ad alcuni mezzi per consegnare le materie prime all’azienda.
Casartigiani ha spiegato che “gli accordi presi in sede di vertice presso il Ministero dello Sviluppo Economico alla presenza del ministro Lupi e dei tecnici del Mise, prevedevano l’inserimento del settore autotrasporto nei creditori prededucibili. All’interno della Relazione Tecnica allegato al Maxi Emendamento 1.700 presentato dal Governo – prosegue l’associazione – era stato concordato l’inserimento specifico di considerare l’Autotrasporto di materie prime e materie finiti, strategico in modo da garantire la prededucibilità dei propri crediti. Oltre agli spot politici, il testo integrale dell’emendamento e della relazione tecnica dello stesso non contengono la parola autotrasporto, lo stesso risulta essere nella parte specifica poco chiaro. Tutto questo – conclude la nota – preoccupa la categoria che ritiene che di fatto il settimo decreto non tuteli affatto l’intero comparto ma lasci a libera interpretazione del giudice fallimentare individuazione delle aziende strategiche”.
Il Ministero dello Sviluppo Economico, in risposta a tali dubbi, ha diffuso una nota in cui precisa che per quanto riguarda il maxi emendamento al decreto-legge sullʼ ILVA approvato oggi dal Senato, “nella categoria dei crediti prededucibili rientrano quelli di imprese che hanno contribuito allʼattività di gestione e manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti produttivi, ivi comprese le imprese di autotrasporto che consentono la manutenzione di materie prime, merci e prodotti finiti e la funzionalità degli impianti produttivi”.
E intanto Anita e Unatras hanno inviato ai commissari straordinari dell’Ilva e al Governo una richiesta urgente di convocazione: “Alla luce delle recenti novità introdotte dal Senato nella conversione in Legge del decreto 1 del 5 gennaio 2015, le scriventi sono a chiedervi di fissare un incontro urgente per discutere delle implicazioni”.
L’incontro, spiegano le associazioni, dovrebbe avere luogo il 25 febbraio, al fine di evitare la protesta con automezzi che si prevista a Roma nella giornata di giovedì 26 febbraio.