Immatricolazioni camion in picchiata nel 2020 (-14,2%), ma l’Italia meglio di altri Paesi europei
I trend di mercato del 2020 sono stati segnati dalle varie chiusure, dai blocchi alla circolazione e dalle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria. Un anno difficile anche per il mondo del trasporto merci su strada, ma l’Italia ha retto meglio di altri Paesi europei.
Lo ha comunicato l’Osservatorio Continental.
Per capire quanto ha inciso la pandemia sullo sviluppo del parco circolante e come essa abbia influenzato l’evoluzione del comparto dei mezzi pesanti, l’Osservatorio ha analizzato i dati relativi alle nuove immatricolazioni e ai tipi di alimentazione.
I dati sulle immatricolazioni dei pesanti
Nel 2020 in Italia le immatricolazioni di mezzi pesanti per il trasporto merci con oltre 16t sono state 19.616, il 14,2% in meno rispetto al 2019. In controtendenza rispetto al trend generale in calo (che va dal -1,9% della Toscana al -35% del Friuli Venezia Giulia), alcune regioni hanno registrato numeri positivi: al primo posto la Sardegna con +19,3%, seguita da Molise (+13,3%) e Puglia (+3,9%). Nessuna variazione rispetto all’anno prima per il Lazio, che ha confermato le 1.441 nuove immatricolazioni.
Anche fuori dai confini nazionali, tutti i mercati europei hanno presentato il segno meno, con una media del -27,3%. Tra i maggiori Paesi: Germania (-26%), Francia (-25,8%) e Spagna (-22,1%) mentre nel Regno Unito il calo è stato del 35,9%. Dati alla mano, la perdita di immatricolazioni in Italia è stata minore rispetto alla media dei paesi dell’Unione Europea.
Nel 2020, il parco circolante di autocarri merci ha raggiunto le 4.221.718 unità. La quasi totalità di questi sono alimentati a gasolio (91,6%); i veicoli rimanenti sono a benzina (4,6%), a metano (2,2%), a benzina e gas liquido (1,2%), elettrici e ibridi (0,1% ognuno).
Posto che il gasolio rimane il tipo di alimentazione più diffusa, le regioni italiane più virtuose che adottano alimentazioni alternative sono Trentino Alto Adige (0,56%), Toscana (0,32%) ed Emilia Romagna (0,24%) per l’elettrico e per l’ibrido Lombardia (0,27%), Emilia Romagna e Lazio (entrambi al 0,20%).
Il punto della situazione sulle alimentazioni alternative
Se si guarda al 2019, nel 2020 si è visto un leggero calo della benzina a favore delle alimentazioni alternative: rientrano in questo fenomeno l’aumento soprattutto dei mezzi ibridi (+209,7%) ed elettrici (+13,5%), seguiti da quelli a benzina e gas liquido (+4,6%), metano (+2,8%) e gasolio (+0,9%). Un trend in crescita che trova conferma anche nel periodo 2015-2020, a riprova che anche il comparto merci sente sempre più forte la necessità di limitare l’impatto ambientale, anche in relazione ai nuovi limiti alla circolazione presenti in molte città italiane.
Anche per i trattori stradali il tipo di alimentazione maggiore è il gasolio (98,4% su un parco circolante totale di 195.469 unità). Solo l’1,3% viaggia a metano.
Nonostante la percentuale rimanga estremamente bassa, nel 2020 il metano ha registrato un aumento del 32,9% rispetto al precedente anno; una crescita ancora più rilevante se si considera il periodo 2015-2020 con un +1.850%, segno che questa soluzione sta prendendo piede come un’alternativa affidabile al gasolio. Anche il gasolio continua a salire, sebbene con percentuali meno significative: dal 2019 al 2020 ha segnato un +2,3%, mentre negli ultimi 5 anni +25,4%.
Il metano rappresenta quindi l’unica vera alternativa al gasolio oggi disponibile, ed è diffusa soprattutto in Umbria (6,7%), Liguria (2,6%) e Lombardia (2,2%).