Immatricolazioni, il 2008 sarà un anno nero
Brusca frenata delle immatricolazioni auto: secondo uno studio della Fleet & Mobility, a dicembre 2008 il mercato auto si fermerà a 2.167.000 immatricolazioni, con un calo del 13% rispetto al 2007. La ricerca attesta come il calo registrato dal mercato nei primi mesi dell’anno (-10%) non sia legato a fattori esclusivamente congiunturali, ma anche strutturali.“Il settore sta vivendo il momento più critico dal 1993, quando il mercato segnò meno 29%: e allora non c’erano le auto a chilometro 0”, dichiara il direttore di Fleet & Mobility, Pierluigi Del Viscovo. “Fino a un mese fa si riteneva che comunque si sarebbero raggiunte a fine anno i 2.450.000 immatricolazioni, perché era previsto nei piani delle Case che, in un modo o nell’altro, le avrebbero messe sul mercato. Ma a questo punto il gap è talmente ampio che il recupero appare non realistico”. Secondo il Centro studi, una spinta alle immatricolazioni dovrebbe comunque venire dall’incentivo alla rottamazione, che produce ancora qualche limitato effetto: gli Italiani tendono a cambiare le auto più rapidamente che in passato, spinti dall’evoluzione tecnologica ma anche dal fatto che le auto vecchie, più inquinanti, subiscono sempre più spesso limitazioni nella circolazione urbana. Il prezzo delle auto, inoltre, si è drasticamente abbassato, grazie agli strumenti di credito, che permettono di suddividere il costo in rate mensili.
Ma tutto questo non basta a sostenere l’espansione del mercato. Pesa, infatti, in negativo, la recessione economica, che colpirà l’Italia nel 2008 e in modo più deciso nel 2009. Tra i fattori strutturali che incidono negativamente sul mercato, il centro studi segnala la scarsa fiducia degli italiani nel futuro, esposti come mai prima alle turbolenze esterne, a causa dell’assenza di una politica monetaria e di bilancio a livello europeo. A questo, poi, si aggiunge una diffusa sfiducia verso la classe politica (ritenuta incapace di promuovere il cambiamento), una tendenziale minore sensibilità agli incentivi, e il fatto che la pressione delle Case sui prezzi delle auto è destinata a ridursi, poiché i nuovi mercati (come quelli dell’est Europa) sono ormai una realtà e una certa rilocalizzazione degli impianti produttivi si sta concretizzando.