ANITA: garantire la presenza delle imprese italiane nei trasporti internazionali
L’associazione chiede un regime di reciprocità nelle autorizzazioni per i trasporti bilaterali Italia-Repubblica di Serbia
Nell’incontro Italia-Repubblica di Serbia in materia di autotrasporto internazionale di merci su strada svoltosi di recente a Roma, la Commissione mista ha stabilito il contingente 2024 di autorizzazioni bilaterali, dopo che la delegazione ospite aveva reiterato la richiesta di liberalizzazione dei trasporti su strada da/verso l’Italia, in anticipo rispetto all’adesione del Paese all’Unione europea avanzata già da qualche anno e di cui si è persa traccia.
La predominanza dei vettori serbi e l’assenza dei vettori italiani
Durante l’incontro, la delegazione ospite ha fornito dati statistici sui trasporti bilaterali relativi al 2022, che hanno evidenziato come il 75% dei trasporti è realizzato da vettori serbi e la restante quota da vettori di Paesi terzi che utilizzano permessi multilaterali CEMT, mentre risulta praticamente assente il vettore italiano.
ANITA, l’unica associazione del settore presente, ha sottolineato l’importanza di un accordo bilaterale che permetta alle imprese di entrambi i Paesi di lavorare in un regime di sostanziale reciprocità nell’utilizzo delle autorizzazioni.
Le implicazioni per l’economia italiana e le preoccupazioni di ANITA
Il presidente di ANITA, Riccardo Morelli, ha commentato l’assenza delle imprese italiane nel trasporto internazionale e ha evidenziato che questo dato deve far riflettere tutti, non solo la politica, sulle conseguenze per l’economia italiana nel medio e lungo periodo.
Morelli ha sottolineato il rischio di creare monopoli concedendo autorizzazioni senza garantire la presenza delle imprese italiane nel settore dei trasporti internazionali.
La richiesta di un tavolo di confronto e i problemi del settore
ANITA ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, richiamando l’attenzione sul tema dei trasporti internazionali con Paesi non-UE e chiedendo un tavolo di confronto con i Ministeri competenti e le Associazioni di rappresentanza dei diversi interessi in gioco.
L’associazione è preoccupata per la marginalizzazione dei vettori italiani in tali traffici, che stanno determinando dei monopoli nel settore dei trasporti. Morelli ha anche sottolineato i costi di esercizio più elevati delle imprese italiane e l’aumento continuo del contingente, che dovrebbe invece essere ridotto, come fattori che hanno portato alla liberalizzazione di fatto dei trasporti con Paesi non comunitari negli ultimi anni.