L’autotrasporto si divide su ‘Annozero’
“Devo ringraziare Santoro per aver portato a conoscenza degli italiani le verità nascoste che riguardano il nostro settore”. E’ il commento di Paolo Uggè, presidente Fai (Federazione Autotrasportatori Italiani), alla puntata del programma televisivo ‘Annozero’ dedicata all’autotrasporto. Ma se Maurizio Longo, di TrasportoUnito Fiap, è d’accordo con Uggè, non la pensa ugualmente Confartigianato Trasporti che denuncia la “criminalizzazione” della categoria.
“Quanto mostrato nei servizi di Annozero”, prosegue Uggè, “è una parte di queste verità: controlli in diminuzione, regole non applicate, gente che generalmente opera indisturbata nella mancanza del rispetto delle regole. In un Paese serio, dopo la trasmissione-denuncia di Annozero (che conferma quanto più volte sostenuto dalle associazioni di categoria) il Presidente del Consiglio dovrebbe chiedere al responsabile della politica dei trasporti un piano perché la legalità ed il rispetto delle regole diventi una costante anche in questa realtà”, continua Uggè.
“Le istituzioni facciano la loro parte e diano da subito attuazione a quell’impegno sottoscritto nel lontano novembre 2005 che prevedeva l’istituzione di pattuglie dedicate ai controlli mirati, da realizzare almeno dieci in ogni provincia. Secondo gli ultimi dati”, conclude Uggè, “i controlli nel 2008 sul 2007 sono invece diminuiti”.
Rincara la dose Maurizio Longo, segretario generale di TrasportoUnito Fiap, che chiede una commissione d’inchiesta sul mercato dell`autotrasporto e sulle responsabilità dei committenti. Secondo Longo, quello che emerge è “un grande mercato degli schiavi, nel quale ogni mezzo (incluso un quotidiano attentato alla sicurezza) è lecito pur di garantire il profitto a chi considera l`autotrasporto una comoda cassa di compensazione per sue inefficienze”.
Non è piaciuta, invece, la puntata di Annozero, a Confartigianato Trasporti. Come afferma il presidente, Francesco Del Boca, “fare servizi cosi negativi sul mondo del trasporto senza ‘voler’ alcun tipo di contraddittorio è poco corretto sopratutto perché la televisione orienta l’opinione pubblica. Si è andati”, spiega Del Boca, “a criminalizzare negativamente una categoria che fa girare l’economia italiana. I ‘delinquenti’ nel settore sono comunque pochi e lo diventano a causa del comportamento scorretto della committenza, come ha evidenziato anche la trasmissione. Inoltre, come ho più volte evidenziato”, conclude Del Boca, “la concorrenza sleale delle aziende dell’Est e dell’aziende italiane che hanno delocalizzato e agiscono nella completa illegalità spingono gli autotrasportatori italiani ad andare verso l’illegalità, per spirito di sopravvivenza”.