Lavoro e vaccino obbligatorio, Conftrasporto: rischio concorrenza sleale delle imprese straniere in Italia
Rendere obbligatorio il vaccino per tutti i lavoratori potrebbe creare disparità nel settore trasporti tra gli operatori italiani e quelli che vengono dall’estero. L’allarme arriva da Conftrasporto.
Partendo dal presupposto che “i vaccini sono la conditio sine qua non per un ritorno alla normalità”, ha spiegato il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè, è necessario però che non si aprano strade “a una situazione di disparità tra i lavoratori italiani e quelli che provengono dall’estero: l’obbligo solo per i primi sarebbe una ‘tafazzata’ a tutto vantaggio delle imprese straniere. Chi entra in Italia deve produrre il certificato che attesti l’avvenuta vaccinazione. La regola deve essere applicata a tutti”.
“Evitare diversificazioni di trattamento nelle attività di trasporto”
Conftrasporto, sottolinea Uggè, da tempo si è schierata per “l’unica strada che pare essere possibile per fronteggiare la nuova esplosione di casi di contagi. Parlo della vaccinazione, che deve consentire il proseguimento della vita normale sia lavorativa che sociale solo a coloro che sono vaccinati o guariti dal virus. Solo con la certezza di norme applicabili a tutti si può superare un clima di ansia e incertezza nel quale siamo tutti immersi”.
Secondo il presidente di Conftrasporto si devono però ostacolare diversificazioni di trattamento nelle attività di trasporto per evitare che gli operatori esteri nel nostro Paese possano essere esonerati dall’obbligo del vaccino: “Chi entra in Italia deve produrre il certificato che attesti l’avvenuta vaccinazione”.
“Non può accadere che ai camionisti esteri siano applicate norme che di fatto consentano la possibilità di effettuare operazioni di carico e scarico, senza essere vaccinati, e alle imprese italiane e ai loro conducenti si ponga il vaccino come condizione per poter operare”, aggiunge Uggè.
Conftrasporto chiede, quindi, parità di normative e di trattamento.