Liberalizzazione autoarticolati 18 metri: Anita, nuova era nel trasporto nazionale di merci
Il Decreto legge Infrastrutture ha autorizzato la libera circolazione di autoarticolati (complessi veicolari trattore-semirimorchio) con lunghezza fino a 18 metri (ne abbiamo parlato qui).
L’aumento della lunghezza massima consentita, a parità di peso ammesso, migliora la capacità di carico dell’autoarticolato che può così trasportare 37 pallet, ossia 4 in più rispetto alla configurazione attuale standard, garantendo maggiore efficienza nei trasporti su gomma e una tendenziale riduzione dei veicoli in circolazione e delle emissioni inquinanti.
I benefici in termini di sostenibilità ambientale
“Si tratta di una possibilità che Anita chiedeva da anni con grande fermezza – commenta Thomas Baumgartner, Presidente di Anita – e che apre una nuova era nel trasporto nazionale di merci. L’esperienza del Progetto 18, avviato nel 2009 dal Ministero delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili e da Anfia, con il pieno sostegno di Anita, ne aveva dimostrato l’efficacia e le potenzialità, visti gli ottimi risultati in termini di sicurezza e ottimizzazione dei carichi e finalmente il MIMS ha riconosciuto il valore di tale innovazione nel settore e soprattutto i benefici in termini di sostenibilità ambientale”.
“E’ fondamentale puntare sempre più sull’innovazione tecnologica per rispondere alla domanda di mobilità sostenibile e centrare pertanto gli ambiziosi obiettivi nazionali ed europei – prosegue Baumgartner – e per completare l’allineamento dell’Italia al resto d’Europa va ancora avviata la sperimentazione dei veicoli da 25,50 metri – c.d. EMS o Ecocombi – che sono già autorizzati in ben otto Paesi UE nella circolazione nazionale e che consentirebbero di ottimizzare ulteriormente la filiera, con un risparmio di autisti che, come noto, sono sempre più introvabili in Italia e all’estero. Ovviamente questi mezzi dovrebbero poter circolare solamente su una rete stradale e autostradale individuata e adatta che collega centri produttivi e logistici, interporti, terminali ferroviari e porti, senza entrare mai nei territori urbani”.