Motus-E: ecco come accelerare l’elettrificazione del trasporto merci in Italia
Roberto Galdieri (Galdieri Energy): “Supportiamo le stazioni di servizio nel completamento dell’offerta dei carburanti”
Elettrificare il trasporto merci in Italia è possibile ma è necessario programmare formazione, modifiche ai modelli operativi e investimenti.
Le prospettive del settore sono state analizzate attraverso due report elaborati da Motus-E, l’associazione che rappresenta gli stakeholder della mobilità elettrica.
Il primo, “Roadmap per l’elettrificazione del trasporto merci su strada”, realizzato insieme a FIT Consulting, fa il punto della situazione sulla transizione del trasporto su gomma.
Il secondo, “Le infrastrutture di ricarica per il trasporto merci elettrico”, si concentra sulle colonnine di ricarica, elemento decisivo per rendere possibile la transizione.
Immatricolare 2 veicoli elettrici su 3 già entro il 2030
Il trasporto merci su gomma rappresenta il 2% dei veicoli in circolazione, ma è responsabile di oltre un quarto delle emissioni del trasporto stradale europeo. Per questo l’Ue sta fissando obiettivi sempre più sfidanti per decarbonizzare il settore. Il processo richiederà un notevole impegno da parte dell’industria poiché per promuovere questo passaggio occorrono formazione, modifiche ai modelli operativi e investimenti.
Con un’adeguata politica incentivante sarebbe possibile immatricolare 2 veicoli elettrici su 3 già entro il 2030, anche in considerazione del fatto che oggi l’80% di questi mezzi viaggia in media meno di 70 km al giorno.
Secondo l’analisi, gli importanti investimenti da parte delle imprese – necessari per raggiungere gli obiettivi di elettrificazione del trasporto merci – potrebbero essere supportati da un fondo strutturale e da una programmazione pluriennale, dal 2024 al 2030, così come avviene in altri Paesi Ue.
Gli incentivi economici avrebbero infatti il potere virtuoso di abbattere le barriere economiche, innescare un effetto espansivo nel mercato e contribuire ad avviare una profonda ristrutturazione del settore industriale, mettendolo in condizione di affrontare le sfide all’orizzonte.
Cosa propone Motus-E
La proposta di Motus-E – che considera il total cost of ownership dei veicoli, l’effettiva efficacia degli incentivi e le best practice registrate in altri Paesi europei – prevede, per i veicoli elettrici sotto le 3,5 tonnellate, un incentivo all’acquisto pari al 20% della differenza di costo tra veicoli elettrici ed endotermici, oltre all’esenzione dal pedaggio autostradale e dalle tasse di immatricolazione e circolazione.
Per i veicoli oltre le 3,5 tonnellate, sempre full electric, la proposta prevede invece un incentivo all’acquisto pari all’80% della differenza di costo tra veicoli elettrici ed endotermici e l’esenzione dal pedaggio autostradale.
Quanto alle infrastrutture di ricarica, Motus-E mette in luce l’importanza di un supporto – anche da parte delle municipalità – per elettrificare i rimessaggi notturni e la pianificazione della ricarica ad uso pubblico dei veicoli pesanti con missioni lunghe (oltre 300 km medi giornalieri), in linea con la realizzazione dei target AFIR (la Alternative fuels infrastructure regulation europea).
Galdieri Energy: la stazione di servizio deve mantenere la sua centralità
“La nostra missione è soprattutto quella di guidare le stazioni di servizio verso il completamento dell’offerta dei carburanti mediante l’inclusione del rifornimento elettrico – commenta Roberto Galdieri, vice Presidente e General Manager di C. Galdieri & Figli SpA, società proprietaria del marchio Galdieri Energy, fornitore di colonnine di ricarica per veicoli elettrici –. La stazione di servizio deve mantenere la sua centralità, continuare ad essere il punto di riferimento per quanti viaggiano, a breve o lungo raggio. Solo in questo modo, si riuscirà a completare in tempi ragionevoli la copertura del territorio con le infrastrutture di ricarica. Si tratta del prerequisito per la diffusione della mobilità elettrica, ma oggi è anche l’ostacolo maggiore. Le nostre colonnine rispondono a diverse capacità di investimento, possono essere accessibili anche alle piccole attività pronte a rispondere alle nuove esigenze di mobilità”.