Più parcheggi per i camion a Genova: lunedì 4 marzo protesta dell’autotrasporto
Le associazioni chiedono la creazione di 800 parcheggi per i mezzi pesanti nell’area dell’ex Ilva
Nuovi parcheggi per i camion nelle aree dell’ex Ilva a Genova. Lo chiedono alcune associazioni dell’autotrasporto a cui afferiscono imprese che operano nel sistema portuale di Genova: AliAI/Alia Claai, Cna Fita, Confartigianato Trasporti, Fai Liguria, Fiap, Legacoop e Trasportounito.
Per lunedì 4 marzo prevista una protesta con un tir lumaca che partirà dall’aeroporto, in prossimità dell’area ex Ilva. La zona è infatti considerata dai manifestanti la più adatta a realizzare un autoparco, servizio richiesto dal comparto “da oltre trent’anni”.
Le imprese hanno stimato l’assenza di 800 parcheggi per i mezzi pesanti. La risposta attuale di questo fabbisogno trova oggi una risposta provvisoria e frammentata di circa il 30% in singole aree di parcheggio che, a breve termine, non saranno più disponibili in quanto “soppressi” per lo sviluppo dei cantieri che interesseranno il territorio.
Le associazioni chiedono dunque, in questo periodo di transizione, una programmazione condivisa e trasparente anche per la gestione degli spazi temporanei a oggi destinati a parcheggio.
Le associazioni denunciano che i cantieri e gli ampliamenti cui sarà soggetto l’intero bacino portuale di Genova cancellerà almeno quattrocento stalli per la sosta dei veicoli industriali
A ottobre, il cantiere della Gronda cancellerà circa 135 stalli a Bolzaneto e sempre nello stesso mese potrebbero sparire altri 120 posti a Erzelli per la costruzione dell’ospedale di Ponente; verso il porto, l’ingrandimento dell’aeroporto potrebbe eliminare circa 180 stalli nello spazio attualmente concesso dall’Autorità di Sistema Portuale e nella vicina Voltri l’espansione del nodo ferroviario del terminal container di Pra’ dovrebbe sgomberare un altro centinaio di veicoli (anche in questo caso non è stata firmata la concessione).
Parcheggi per i camion a Genova: più sicurezza
Gli organizzatori hanno spiegato che lo stato attuale della situazione mette in difficoltà la sicurezza sociale e la circolazione, oltre a rappresentare un grave freno occupazionale per le imprese e gli autisti genovesi.
La tendenza, sottolineano, è che le imprese dovranno cercare sempre più autisti che portino fuori da Genova i mezzi pesanti con l’aggiunta di non essere più in grado di garantire alle loro committenze con una sosta sicura in aree videosorvegliate.
Lo sviluppo del sistema logistico portuale, aggiungono le associazioni, è legato alla creazione di un autoparco, elemento essenziale per garantire competitività, sostenibilità e sicurezza.
“La mancanza di un autoparco per una città come Genova non è più sostenibile. Difficile pensare di poter affrontare in modo competitivo, sostenibile e sicuro lo sviluppo legato alla portualità ligure e alla logistica”.
Un autoparco non è solo un parcheggio per i camion
Uno spazio sicuro e attrezzato per sostare con i camion, rappresenta un servizio indispensabile per chi lavora in un settore strategico come l’autotrasporto, aggiungono le associazioni. E’ un’attività di supporto che può fare la differenza come volano di un indotto occupazionale.
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Ma anche nell’ottica di garantire sicurezza e maggiore efficienza per la viabilità per la rete infrastrutturale urbana e per quella autostradale per una sana integrazione porto-città.
La questione aumento pedaggi
Le associazioni, infine, contestano l’aumento tariffario del pedaggio autostradale, in un territorio in cui viabilità è già in sofferenza a causa dei numerosi cantieri.
“Per tutto il tessuto socioeconomico, chiediamo una tutela maggiore – scrivono le associazioni – gli aumenti tariffari non possono essere e non devono essere indiscriminati, non spetta all’utente pagare per opere e controlli non effettuati in passato. Per la nostra città e per lo sviluppo del porto non possiamo più attendere, per questo il 4 marzo desideriamo richiamare l’attenzione di tutti con una giornata di protesta per l’intera comunità dell’autotrasporto”.