Patente B+ per Suv: si apre il dibattito in Europa
Protestano le associazioni IRU, ACEA e FIA Region I: “Un danno per il trasporto commerciale”
Introdurre la patente B+ per guidare Suv e furgoni. È questa la proposta al vaglio dell’Ue contenuta nel pacchetto sulla sicurezza stradale – in discussione dall’inizio del 2023 – che comprende modifiche all’attuale direttiva che disciplina le patenti di guida per tutte le categorie di veicoli nell’Ue.
La misura prevede una suddivisione della patente B in due categorie: B per veicoli fino a 1,8 tonnellate e B+ per veicoli tra 1,8 tonnellate e 3,5 tonnellate.
Al momento infatti con la patente B, conseguibile a partire dal compimento dei 18 anni di età, si possono guidare i veicoli con massa inferiore alle 3,5 tonnellate.
In sostanza verrebbe introdotta una nuova patente – riservata a chi ha compiuto 21 anni – e dimezzato il peso del mezzo per poter guidare un SUV o un furgone con la normale patente B e chi già possiede questi veicoli dovrà tornare a scuola guida per continuare a guidarli.
Le ragioni di questa ipotesi di scissione nascono dalla necessità di responsabilizzare maggiormente chi si mette alla guida di questi veicoli, considerati più pericolosi per la sicurezza stradale e più inquinanti.
“Un danno per il settore autotrasporto professionale”
La proposta sta suscitando la protesta dell’Unione Internazionale dei Trasporti Stradali (IRU), della Federation Internationale de l’Automobile Region I (FIA Region I) e dell’Associazione europea dei produttori di automobili (ACEA), che rappresentano gli interessi di operatori del trasporto commerciale su strada, organizzazioni automobilistiche, utenti e costruttori.
In una nota congiunta, le associazioni hanno evidenziato che i veicoli elettrici hanno un peso maggiore a causa delle batterie e “in questo modo anche la maggior parte degli attuali conducenti di auto elettriche (anche a batteria di classe compatta i veicoli elettrici pesano più di 1,8 tonnellate) e delle auto e dei furgoni più grandi azionati con qualsiasi tipo di carburante ed energia, dovranno ottenere una nuova categoria di patente di guida. Questo interesserà sia gli autisti privati che quelli professionali di furgoni che trasportano persone e merci (taxi servizi o minibus). E la proposta prevede che la licenza B+ possa essere ottenuta solo dopo un periodo di prova di due anni, di essere in possesso di una patente di categoria B e di avere almeno 21 anni”.
“Questi emendamenti non tengono dunque conto delle implicazioni reali per chi guida di professione”, scrivono le associazioni, ribadendo che le nuove norme introdurranno costi e tempo aggiuntivi per tutti i conducenti.
“Gli autisti professionisti, ad esempio tassisti o operatori logistici saranno costretti a procurarsi nuove patenti di guida per svolgere i propri servizi professionali”, un passaggio che richiederà tempo per riqualificare milioni di conducenti professionisti.
I nuovi requisiti, inoltre, creeranno ulteriori rallentamenti al processo della transizione ecologica in relazione alla diffusione di veicoli elettrici come furgoni o minibus ad alimentazione alternativa.
Infine, per quanto riguarda le autovetture, obiettano le associazioni, la proposta fa riferimento ai veicoli utilitari sportivi (SUV) ma dal punto di vista dell’omologazione europea, “i SUV non esistono come categoria”.