Pneumatici ricostruiti: fissati i nuovi standard di qualità dei materiali
Il nuovo livello qualitativo minimo dei materiali impiegati per la ricostruzione degli pneumatici è stato fissato dall’Airp, Associazione Italiana dei Ricostruttori di Pneumatici. Airp ha infatti emanato il capitolato LTH 110, ultima edizione del capitolato LTH 70 predisposto fin dagli anni ’70 con l’obiettivo di fissare il livello qualitativo minimo dei materiali impiegati nel processo di ricostruzione, così da assicurare una qualità del prodotto affidabile dal punto di vista della sicurezza, delle prestazioni e della durata.
Come è noto gli pneumatici ricostruiti sono ampiamente impiegati in tutti i comparti e in particolare in quelli degli autobus, dei camion e degli aerei con l’obiettivo di utilizzare pienamente la struttura portante dello pneumatico dopo che il primo impiego ha determinato l’usura del battistrada. La ricostruzione deve avvenire con il rigoroso rispetto di norme tecniche (la Ece Onu 108 e la Ece Onu 109) emanate dalla Commissione Economica per l’Europa dell’Ufficio Europeo delle Nazioni Unite (UNECE) e resi obbligatori in tutti i paesi della UE dal 13 settembre 2006.
Le norme Ece Onu riguardano il processo di ricostruzione e garantiscono che le procedure seguite rispondano pienamente alle regole di buona fabbricazione. Per quanto riguarda i materiali Airp ha fissato i livelli qualitativi minimi dei materiali oggi utilizzabili. È nata così l’ultima versione del capitolato LTH che porta il numero 110 e che è stato certificato dal Cerisie (laboratorio per la certificazione e la ricerca sui sistemi elastomerici). Il capitolato LTH 110 è disponibile sul sito dell’Airp all’indirizzo: http://www.asso-airp.it/it/lth110.php
Gli pneumatici ricostruiti consentono notevoli risparmi senza comportare alcuna rinuncia alla sicurezza della circolazione e sono quindi particolarmente apprezzati per gli autobus e per i veicoli per trasporto di merci. Il risparmio non è però l’unica ragione che sta alla base della ricostruzione. Questo processo, prolungando la vita dello pneumatico, rallenta le esigenze di smaltimento degli pneumatici usati. La ricostruzione ha quindi anche un’alta valenza ambientale. Lo ha riconosciuto pure il Parlamento che, con la Legge inanziaria per il 2002, ha stabilito che le flotte pubbliche debbano riservare ai ricostruiti almeno il 20% dei loro acquisti di pneumatici di ricambio, quota questa che è, peraltro, largamente inferiore a quella media relativa agli autoveicoli privati per il trasporto merci e agli autobus.