Pneumatici ricostruiti: sostenibilità ed efficienza con un risparmio fino al 40% rispetto al nuovo
La raccolta degli pneumatici fuori uso anno dopo anno registra cifre record di materia preziosa per la nostra economia sottratta alla discarica. Un’efficienza di cui essere soddisfatti, ma che nasconde un meno edificante rovescio della medaglia. Se alle gomme venisse data una seconda vita, come è possibile fare, l’enorme massa di questo rifiuto sarebbe decisamente minore con vantaggi per tutti.
Le gomme ricostruite sono l’alternativa economica e l’investimento più efficiente che possiate fare per il vostro mezzo su strada. Infatti la ricostruzione può essere davvero l’ago della bilancia che permette di ottenere efficienza e profittabilità per un’azienda di autotrasporto dove la cosa più difficile è far quadrare i conti.
Risparmiare in termini di costo-km, che è una delle principali variabili di competitività per il settore, è vitale. Per questo il pneumatico ricostruito può essere un alleato davvero prezioso che può portare un vantaggio economico immediato, permettendo di risparmiare
tra il 30% ed il 40% rispetto all’acquisto del nuovo, ma è anche un vantaggio che si moltiplica nel tempo, perché possiamo ricostruirlo più volte e continuare a risparmiare.
A questo si aggiunge la possibilità di modificare la scultura adeguandola alle necessità legate all’utilizzo andando incontro all’esigenza di flessibilità di gestione.
Ma si tratta di una qualità davvero reale o nasconde qualche difetto? Il grado di sicurezza garantito dagli pneumatici ricostruiti è lo stesso delle gomme nuove, considerando anche i rigidissimi controlli previsti dalle norme stabilite dall’Unione europea.
La ricostruzione viene effettuata da diversi produttori. Anche L’AIRP (Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici) ricorda che un pneumatico ricostruito ha prestazioni equivalenti a quelle di un pneumatico nuovo.
La sicurezza e l’aspetto sono i medesimi. L’unica differenza è nella carcassa che nel ricostruito vive una seconda vita. Un buon processo di ricostruzione inizia quindi dall’analisi della carcassa del pneumatico, verificando che rispetti determinati parametri di integrità e manutenzione in modo da poter essere riutilizzata. Se la ricostruzione viene eseguita ad arte, un pneumatico ricostruito di ultima generazione è paragonabile pertanto in tutto e per tutto ad uno nuovo: resistenza, affidabilità e durata sono infatti testate attraverso le stesse prove di certificazione.
Per essere certi di acquistare pneumatici ricostruiti che rispettano l’omologazione agli standard europei, occorre verificare che sul fianco siano presenti la scritta “Ricostruito” o “Retread”, il nome del ricostruttore, la settimana e l’anno di ricostruzione.
In termini di sostenibilità ambientale, scegliere un pneumatico ricostruito significa preservare complessivamente circa l’70% del vecchio pneumatico, evitando così l’eliminazione anticipata in discarica. Per la produzione di un singolo pneumatico nuovo, infatti, vengono consumati tra i 20 e i 28 litri di greggio, mentre per gli pneumatici ricostruiti servono circa 5,5 litri.